Di che si muore oggi?
di Claudio Ferri
22 Maggio 2021

Il titolo potrà sembrare una domanda di cattivo gusto, ma l’epidemiologia è indispensabile per scegliere dove mirare con la prevenzione. In questa chiave, il Prospective Urban Rural Epidemiology (PURE) è uno studio mirabile, che mette insieme dati derivanti da ben 21 paesi (cinque continenti), tra loro diversissimi per cultura, etnia e livello socio-economico.
Lo studio ha valutato l’impatto di n.14 fattori di rischio modificabili nei confronti di un obiettivo composito (morte cardiovascolare, infarto miocardico, ictus cerebri, e scompenso cardiaco) e della mortalità.

I 14 fattori di rischio erano:

Fumo di sigaretta
Alcool
Dieta
Attività fisica
Introito sodico
Lipidemia
Pressione arteriosa
Diabete mellito
Obesità
La forza della stretta di mano
L’inquinamento domestico
L’inquinamento ambientale
Livello culturale
Sintomi depressivi

Nello studio sono stati valutati 155 722 individui, tra cui 17.249 (11·1%) da paesi ad alto introito economico, 102.680 (65·9%) ad introito intermedio e 35.793 (23·0%) ad introito basso.
Il 70% delle malattie cardiovascolari e delle morti era legato a fattori di rischio modificabili, nel 41.2% rappresentati da lipidemia, pressione arteriosa, diabete mellito ed obesità. I fattori di rischio definibili come comportamentali (fumo di sigaretta, consumo di alcool, dieta, attività fisica, introito sodico), invece, influenzavano fortemente la mortalità (26·3% del rischio attribuibile), ma l’elemento più negativo era il basso livello educazionale (12·5% del rischio attribuibile).
Alla domanda “di cosa si muore oggi”, pertanto, possiamo rispondere che ci si ammala e si muore per fattori di rischio “semplici” ed ampiamente prevenibili e/o modificabili; con un peso di alcuni elementi – come il livello educazionale – che non deve certo sorprendere e chiama ad una soluzione più il mondo politico-amministrativo che quello medico.

 

Yusuf S et al Lancet. 2020; 395(10226): 795–808. 
doi: 10.1016/S0140-6736(19)32008-2

 

 

 

Prof. Claudio Ferri
Direttore della Scuola di Medicina Interna
Università degli Studi L’Aquila