Connessioni cuore cervello. Il fascino di sempre e la sindrome Takotsubo.
di Antonella Labellarte
24 Ottobre 2021

Da sempre sia per un fatto di romanticismo sia con motivazioni scientifiche si cerca di indagare sull’esistenza di possibili connessioni cuore cervello. La sindrome di Takotsubo è altrimenti definita cardiomiopatia da stress e di tali connessioni rende testimonianza. Nella maggioranza dei casi, infatti, uno stress fisico o mentale la precedono ed è stato ipotizzato che le strutture cerebrali del sistema limbico, quali l’insula, l’ippocampo e l’amigdala, la corteccia ventromediale prefrontale ed il tronco encefalico, che vengono attivati durante stress o coinvolti nella sua modulazione, rappresentino i substrati neurali di questa sindrome cardiaca acuta. In una review di 569 casi consecutivi ospedalizzati entro 24 ore dall’esordio di ictus cerebri, nei sette pazienti con sindrome di Takotsubo è stato dimostrato un danno a carico dell’insula. Parimenti un danno delle strutture del tronco encefalico, quale ad esempio il nucleo solitario, correla alla comparsa di Takotsubo nelle ricadute da sclerosi multipla. La tomografia ad emissione di singolo fotone ha mostrato che l’attività dell’ippocampo e del tronco encefalico aumentano di intensità nei primi 4 giorni dalla comparsa di Takotsubo. Questa anomala attivazione cerebrale permane in qualche modo anche dopo il pieno recupero della contrattilità cardiaca (28-39 giorni dalla comparsa).


In un recente numero dell’European Heart Journal Radfar e colleghi hanno pubblicato uno studio retrospettivo condotto con l’utilizzo di PET TC cerebrale con 18-fluorodesossiglucosio (18-FDG) eseguita prima dell’insorgenza di Takotsubo. L’attività dell’amigdala è stata misurata manualmente in 104 pazienti (età media 67.5 anni, 72% donne, 86% affetti da neoplasia) 41 dei quali hanno successivamente sviluppato una Takotsubo (mediana 2.2 anni dopo la procedura di imaging) e 63 controlli. I pazienti che hanno manifestato una Takotsubo presentavano un’attività di base più elevata dell’amigdala (P= 0.038), risultata associata ad un rischio maggiore di comparsa della sindrome e predittore indipendente della stessa dopo aggiustamento per gli altri fattori di rischio (HR 1.643, 95 IC 1.189-2.270, P= 0.003). Tra i pazienti che hanno sviluppato una Takotsubo in coloro che avevano un’attività ancora più elevata dell’amigdala la sindrome è comparsa circa due anni prima (P =0.028). I dati a favore della relazione esistente tra attività dell’amigdala e sindrome di Takotsubo sono ancora più robusti se viene valutata anche l’attività della corteccia ventromediale prefrontale che ha un ruolo importante nel ridurre la risposta allo stress. Sebbene con le limitazioni segnalate, si tratta infatti di uno studio retrospettivo in cui i calcoli sono stati manuali, i dati raccolti da Radfar e collaboratori aprono una luce sulle connessioni cuore cervello quali meccanismo neurobiologico alla base della sindrome di Takotsubo. In un altro studio molto interessante lo stress mentale ha evocato modifiche della contrattitilità segmentaria del muscolo cardiaco in 16 pazienti su 22, un mese dopo la comparsa di Takostubo, mentre nessuno degli 11 pazienti controllo presentava anomalie cardiache in risposta a tale stress.
Occorrono ancora studi che chiariscano il ruolo delle strutture cerebrali che rispondono all’attività simpatica o parasimpatica nelle ricadute di sindrome da Takostubo. Come pure non esistono ad oggi opzioni terapeutiche per l’anomala attività cerebrale documentata in questa cardiopatia. E’ noto che il miglioramento dei sintomi nei disordini da stress post-traumatico mediante terapia cognitiva comportamentale è associato ad una riduzione dell’attivazione dell’amigdala, cosa che potrebbe suggerire che interventi sulle regioni cerebrali coinvolte nella regolazione dello stress potrebbe ridurre il rischio di comparsa della sindrome di Takotsubo. La sindrome descritta per la prima volta negli anni ’90, che colpisce prevalentemente le donne in età post-menopausale, ed ha reso celebre il vaso giapponese utilizzato per la pesca dei polipi, il tako-tsubo appunto, per le caratteristiche anomalie del ventricolo sinistro che lo rendono simile a tale vaso, rimane ancora tutta da indagare.


Fonti:
Hideaki Suzuki, Satoshi Yasuda, and Hiroaki Shimokawa. Brain–heart connection in Takotsubo syndrome before onset. European Heart Journal (2021) 42, 1909–1911. doi:10.1093/eurheartj/ehab026
Yoshimura S, Toyoda K, Ohara T, Nagasawa H, Ohtani N, Kuwashiro T, Naritomi H, Minematsu K. Takotsubo cardiomyopathy in acute ischemic stroke. Ann Neurol 2008;64:547–554
Androdias G, Bernard E, Biotti D, Collongues N, Durand-Dubief F, Pique J, Sanchez I, Delmas C, Ninet J, Marignier R, Vukusic S. Multiple sclerosis broke my heart. Ann Neurol 2017;81:754–758
Hiestand T, Hanggi J, Klein C, Topka MS, Jaguszewski M, Ghadri JR, Luscher TF, Jancke L, Templin C. Takotsubo syndrome associated with structural brain alterations of the limbic system. J Am Coll Cardiol 2018;71:8
Radfar A, Abohashem S, Osborne MT, Wang Y, Dar T, Hassan MZO, Ghoneem A, Naddaf N, Patrich T, Abbasi T, Zureigat H, Jaffer J, Ghazi P, Scott JA, Shin LM, Pitman RK, Neilan TG, Wood MJ, Tawakol A. Stress-associated neurobiological activity associates with the risk for and timing of subsequent Takotsubo syndrome. Eur Heart J 2021;42:1898–1908


Antonella Labellarte
Cardiologa
Ospedale S. Eugenio, Roma