Lo stile di vita
Uno stile di vita sano prima e dopo l'infarto
Uno stile di vita sano è sempre auspicabile, indipendentemente dal rischio cardiovascolare. È un fatto, però, che le persone a rischio o coloro che hanno subito un episodio infartuale hanno necessità di fare qualche attenzione in più al proprio stile di vita, di adottare qualche cautela laddove necessaria. Ma anche di non farsi prendere da paure immotivate o suggestioni da leggende metropolitane. Al di là di questa breve guida, che vogliamo presentare perché sia un punto di riferimento per consigli di varia natura sulla vita di tutti i giorni, la raccomandazione generale è sempre quella di parlare con il proprio medico prima sia di adottare comportamenti potenzialmente rischiosi, sia di privarsi di attività e piaceri in maniera punitiva e immotivata.
Adottare un'alimentazione sana per ridurre il rischio d'infarto
Adottare un’alimentazione sana ed equilibrata può essere un’ottima strategia per evitare non solo il rischio d’infarto, ma anche molte delle malattie che caratterizzano la nostra vita contemporanea. Si tratta in particolare di malattie che possono essere correlate direttamente all’aumentato benessere della società nella quale viviamo come l’obesità, il diabete, l’aterosclerosi ed in generale le malattie cardiovascolari, che sempre di più colpiscono persone giovani ed in buona salute.
La dieta quotidiana riveste un ruolo fondamentale fin dalla più tenera età nella determinazione di una buona condizione fisica, che allontani il rischio di malattie e patologie, in particolare cardiovascolari. Adottare una dieta corretta significa adottare comportamenti morigerati, che evitano eccessi e abusi. Lo zucchero e i grassi, se assunti in quantità eccessive, possono infatti produrre anche nei giovani un rischio di aterosclerosi, mentre lo sviluppo di un gusto eccessivo per i cibi salati può aprire le porte all’ipertensione. Oltretutto, svolgendo sempre più attività sedentarie, che riducono fortemente il consumo calorico quotidiano, anche il bisogno di calorie dell’organismo moderno si riduce, mentre non sempre uomini e donne diminuiscono proporzionalmente la quantità di cibo che mangiano ogni giorno.
Approfondisci il tema del rapporto tra alimentazione e infarto
La dieta quotidiana riveste un ruolo fondamentale fin dalla più tenera età nella determinazione di una buona condizione fisica, che allontani il rischio di malattie e patologie, in particolare cardiovascolari. Adottare una dieta corretta significa adottare comportamenti morigerati, che evitano eccessi e abusi. Lo zucchero e i grassi, se assunti in quantità eccessive, possono infatti produrre anche nei giovani un rischio di aterosclerosi, mentre lo sviluppo di un gusto eccessivo per i cibi salati può aprire le porte all’ipertensione. Oltretutto, svolgendo sempre più attività sedentarie, che riducono fortemente il consumo calorico quotidiano, anche il bisogno di calorie dell’organismo moderno si riduce, mentre non sempre uomini e donne diminuiscono proporzionalmente la quantità di cibo che mangiano ogni giorno.
Approfondisci il tema del rapporto tra alimentazione e infarto
Fare attività fisica regolare come strumento per prevenire l'infarto
Il corpo umano è una macchina che per funzionare al meglio ha bisogno di essere costantemente allenato. Per questo effettuare un’attività fisica moderata ma regolare può rappresentare un valido comportamento da adottare per prendersi cura di tutto il proprio fisico ed in particolare del cuore, il muscolo che più di altri beneficia di una regolare attività motoria.
Sesso e cardiopatia
Lo sviluppo della sessuologia ha contribuito, in questi ultimi anni, a sollevare poco a poco il velo su un argomento tabù: le relazioni sessuali e le difficoltà che ne possono eventualmente derivare. È un argomento che è diventato meno imbarazzante da affrontare con il proprio medico. Per il cardiopatico il recupero dell’attività sessuale fa parte del ritorno alla vita normale e alle sue
funzioni. È perciò un argomento da affrontare con il cardiologo o con il medico di famiglia e da risolvere insieme a tutti i problemi che si presentano nel periodo che segue la malattia: la pratica dell’esercizio fisico, il regime alimentare, il trattamento medico, la possibilità di ripresa dell’attività lavorativa, ecc..
Un cardiopatico, uomo o donna, deve conoscere le sue possibilità di avere rapporti sessuali e le precauzioni da osservare a seconda del tipo di malattia cardiaca o vascolare. Anche in questo caso i problemi sono individuali e meritano consigli e attenzione di volta in volta diversi: ipertensione arteriosa, malattie valvolari, cardiopatia congenita, infarto recente, angina pectoris da sforzo, valvola artificiale…
Molti pazienti, poco o male informati sui rapporti tra patologia cardiaca ed attività sessuale, preferiscono sospendere i rapporti sessuali dopo aver avuto problemi cardiaci, per esempio dopo un infarto, anche se seguito da una buona riabilitazione. Pensano infatti che lo sforzo richiesto durante un rapporto sessuale sia incompatibile con la loro situazione cardiaca. Sia nell’uomo che nella donna questa interruzione o rarefazione di una attività che fa parte della qualità della vita finisce quasi sempre con l’avere una forte incidenza psicologica sul comportamento, soprattutto se avviene solo a causa di una cattiva informazione.
Il morale può esserne compromesso e si può instaurare uno stato depressivo che ritarda il ritorno ad una vita e a delle attività normali o molto vicine al normale. Ecco perciò un argomento da non tenere per sé e del quale parlare al proprio medico. I problemi che ci si pongono in genere sono di due tipi: il rischio di morire durante l’atto sessuale e il tipo di sforzo che l’atto sessuale comporta. Il rischio di morte improvvisa è un timore che tutti i hanno nonostante il rischio sia minimo. Sotto questo punto di vista le relazioni extra-matrimoniali sono più pericolose di quelle legittime, generalmente per la maggiore carica emotiva che comportano e perché spesso si tratta di uomini “maturi” che ritengono di non dover deludere una partner più giovane. Non bisogna perciò generalizzare quando si parla dell’effetto di sforzi compiuti nel corso di un rapporto sessuale.
L’invenzione del sistema di Holter, che permette di registrare continuamente l’elettrocardiogramma senza intralciare il paziente nelle attività più varie, ha permesso di constatare che il ritmo cardiaco massimo raggiunto in media durante l’atto sessuale è di circa 120 battiti al minuto, frequenza che il cuore raggiunge spesso nel corso di attività assolutamente comuni come il salire due piani di scale. D’altra parte, nel cardiopatico dopo la riabilitazione questa frequenza può essere raggiunta e anche superata senza problemi nel corso di una prova da sforzo su bicicletta.
L’interruzione dei rapporti in caso di malattia cardiaca è quindi giustificata solo in casi ben precisi ed è perciò bene parlarne prima con il medico piuttosto che condannarsi all’astinenza e correre il rischio di depressione.
La capacità fisica a compiere gli sforzi dell’atto sessuale — sforzi che più spesso riguardano l’uomo — è il risultato di una buona riabilitazione e della pratica regolare di una attività fisica minima, che può essere verificata con una prova da sforzo. Alcuni farmaci possono aiutare i pazienti con insufficienza coronarica avanzata a sopportare meglio gli sforzi dell’atto sessuale, soprattutto la trinitrina assunta qualche istante prima del rapporto.
Ma, se i farmaci che proteggono il cuore, soprattutto dagli aumenti bruschi della pressione arteriosa possono essere utilizzati senza inconvenienti nella donna cardiopatica, nell’uomo alcuni di essi possono dare problemi di impotenza che devono essere sempre discussi con il medico, senza voler imputare solo ai farmaci la difficoltà nei rapporto sessuale. Consultare un sessuologo può essere di molto aiuto. Bisogna in ogni caso ricordare sempre che l’atto sessuale non è una competizione ma un piacere da dividere in due. Da alcuni anni, sono disponibili alcuni farmaci, il più noto dei quali è il sildenafil che ha il nome commerciale di Viagra, che aiutano a superare la disfunzione sessuale, soprattutto la mancata o insufficiente erezione. Si tratta di un farmaco dispensabile solo su prescrizione medica e che deve sempre essere assunto secondo le modalità previste dal foglietto illustrativo.
È controindicato per pazienti in cura con qualunque tipo di nitrato, una molecola usata per curare l’angina pectoris, perché l’associazione può comportare una significativa riduzione della pressione sanguigna con serie conseguenze. Ne è inoltre controindicato l’uso in presenza di una rara malattia degli occhi, la retinite pigmentosa. Risultati clinici hanno dimostrato che non sembra esistere un incremento di rischio di attacchi di cuore per gli uomini che assumono Viagra per la disfunzione erettile rispetto alla popolazione che non assume il farmaco. Più di 11.000 pazienti inseriti in trial clinici e l’esperienza sul campo fatta in quattro anni di prescrizioni hanno definitivamente dimostrato che Viagra ha un eccellente profilo di sicurezza ed è efficace su un ampio range di uomini.
Un cardiopatico, uomo o donna, deve conoscere le sue possibilità di avere rapporti sessuali e le precauzioni da osservare a seconda del tipo di malattia cardiaca o vascolare. Anche in questo caso i problemi sono individuali e meritano consigli e attenzione di volta in volta diversi: ipertensione arteriosa, malattie valvolari, cardiopatia congenita, infarto recente, angina pectoris da sforzo, valvola artificiale…
Molti pazienti, poco o male informati sui rapporti tra patologia cardiaca ed attività sessuale, preferiscono sospendere i rapporti sessuali dopo aver avuto problemi cardiaci, per esempio dopo un infarto, anche se seguito da una buona riabilitazione. Pensano infatti che lo sforzo richiesto durante un rapporto sessuale sia incompatibile con la loro situazione cardiaca. Sia nell’uomo che nella donna questa interruzione o rarefazione di una attività che fa parte della qualità della vita finisce quasi sempre con l’avere una forte incidenza psicologica sul comportamento, soprattutto se avviene solo a causa di una cattiva informazione.
Il morale può esserne compromesso e si può instaurare uno stato depressivo che ritarda il ritorno ad una vita e a delle attività normali o molto vicine al normale. Ecco perciò un argomento da non tenere per sé e del quale parlare al proprio medico. I problemi che ci si pongono in genere sono di due tipi: il rischio di morire durante l’atto sessuale e il tipo di sforzo che l’atto sessuale comporta. Il rischio di morte improvvisa è un timore che tutti i hanno nonostante il rischio sia minimo. Sotto questo punto di vista le relazioni extra-matrimoniali sono più pericolose di quelle legittime, generalmente per la maggiore carica emotiva che comportano e perché spesso si tratta di uomini “maturi” che ritengono di non dover deludere una partner più giovane. Non bisogna perciò generalizzare quando si parla dell’effetto di sforzi compiuti nel corso di un rapporto sessuale.
L’invenzione del sistema di Holter, che permette di registrare continuamente l’elettrocardiogramma senza intralciare il paziente nelle attività più varie, ha permesso di constatare che il ritmo cardiaco massimo raggiunto in media durante l’atto sessuale è di circa 120 battiti al minuto, frequenza che il cuore raggiunge spesso nel corso di attività assolutamente comuni come il salire due piani di scale. D’altra parte, nel cardiopatico dopo la riabilitazione questa frequenza può essere raggiunta e anche superata senza problemi nel corso di una prova da sforzo su bicicletta.
L’interruzione dei rapporti in caso di malattia cardiaca è quindi giustificata solo in casi ben precisi ed è perciò bene parlarne prima con il medico piuttosto che condannarsi all’astinenza e correre il rischio di depressione.
La capacità fisica a compiere gli sforzi dell’atto sessuale — sforzi che più spesso riguardano l’uomo — è il risultato di una buona riabilitazione e della pratica regolare di una attività fisica minima, che può essere verificata con una prova da sforzo. Alcuni farmaci possono aiutare i pazienti con insufficienza coronarica avanzata a sopportare meglio gli sforzi dell’atto sessuale, soprattutto la trinitrina assunta qualche istante prima del rapporto.
Ma, se i farmaci che proteggono il cuore, soprattutto dagli aumenti bruschi della pressione arteriosa possono essere utilizzati senza inconvenienti nella donna cardiopatica, nell’uomo alcuni di essi possono dare problemi di impotenza che devono essere sempre discussi con il medico, senza voler imputare solo ai farmaci la difficoltà nei rapporto sessuale. Consultare un sessuologo può essere di molto aiuto. Bisogna in ogni caso ricordare sempre che l’atto sessuale non è una competizione ma un piacere da dividere in due. Da alcuni anni, sono disponibili alcuni farmaci, il più noto dei quali è il sildenafil che ha il nome commerciale di Viagra, che aiutano a superare la disfunzione sessuale, soprattutto la mancata o insufficiente erezione. Si tratta di un farmaco dispensabile solo su prescrizione medica e che deve sempre essere assunto secondo le modalità previste dal foglietto illustrativo.
È controindicato per pazienti in cura con qualunque tipo di nitrato, una molecola usata per curare l’angina pectoris, perché l’associazione può comportare una significativa riduzione della pressione sanguigna con serie conseguenze. Ne è inoltre controindicato l’uso in presenza di una rara malattia degli occhi, la retinite pigmentosa. Risultati clinici hanno dimostrato che non sembra esistere un incremento di rischio di attacchi di cuore per gli uomini che assumono Viagra per la disfunzione erettile rispetto alla popolazione che non assume il farmaco. Più di 11.000 pazienti inseriti in trial clinici e l’esperienza sul campo fatta in quattro anni di prescrizioni hanno definitivamente dimostrato che Viagra ha un eccellente profilo di sicurezza ed è efficace su un ampio range di uomini.