YOGA E FIBRILLAZIONE ATRIALE. THE YOGA MY HEART STUDY
di Antonella Labellarte
29 Marzo 2013

La fibrillazione atriale è l’aritmia cardiaca più comune. Il problema riguarda in Europa circa 4.5 milioni di persone. E’ un’aritmia che ha elevati costi in termini di assistenza sanitaria per i ricoveri ospedalieri, i farmaci necessari a prevenire la complicanza tromboembolica o utili al mantenimento del ritmo sinusale o volti al controllo della frequenza cardiaca. Numerosi sono stati i progressi nelle procedure di ablazione che continuano a migliorare in termini di sicurezza ed efficacia. Addirittura esistono oggi studi sulla possibilità di una terapia genica o cellulare, è stato ad esempio tentato sugli animali il trasferimento di geni che possano prevenire la FA. Ma questo è futuro non ancora prossimo. La battaglia non è ancora vinta.



Questa aritmia ha anche elevati costi in termini personali, a dispetto di tutte le nostre opzioni terapeutiche. Se è vero che vi sono persone che “convivono” serenamente con la propria fibrillazione atriale poiché non avvertono “quel fastidioso sfarfallio” del cuore sia che si tratti di una fibrillazione ormai permanente, sia che si tratti di una “recidiva” dell’aritmia, (ha infatti la tendenza a ricomparire di frequente, nonostante si faccia di tutto per prevenirla), vi sono altre che pagano in termini di ansia, depressione e malessere.

L’obiettivo è sempre lo stesso: mantenere il più possibile le persone in “ritmo sinusale”, ossia nella condizione di normalità dell’attività elettrica del cuore e migliorare la qualità della vita. I dati su terapie “alternative” sono molto scarsi, gli studi su possibili interazioni con la dieta non hanno dato risultati conclusivi. Ebbene, sull’attuale numero di marzo del Journal of American College of Cardiology è pubblicato uno studio che si occupa del possibile effetto benefico della pratica dello Yoga sulla fibrillazione atriale.



Lo yoga, come sostengono gli autori, è un insieme strutturato di esercizio fisico, tecniche di respirazione e di meditazione che ha dimostrato di poter influenzare positivamente il sistema nervoso autonomo e i suoi effetti sull’attività cardiaca. E’ stato dimostrato, inoltre, che può migliorare la qualità della vita agendo su condizioni quali lo stato d’ansia o di depressione.

Lo studio è stato condotto in un singolo centro su 49 pazienti, età compresa tra i 18 e gli 80 anni, affetti da episodi parossistici di fibrillazione atriale sintomatica. Sono stati esclusi dalla valutazione i pazienti che hanno richiesto una modificazione del trattamento farmacologico durante il periodo dello studio che è consistito in una prima fase di osservazione della durata di 3 mesi e di una fase di “intervento”, i successivi tre mesi, durante i quali i pazienti hanno seguito un programma di Iyengar yoga (dal nome di B.K.S Iyengar , 94 enne universalmente riconosciuto come uno dei più grandi maestri yoga), con allenamenti di 60 minuti almeno due volte a settimana. Ciascuna sessione yoga prevedeva 10 minuti di pranayamas -arte della respirazione-, 10 minuti di riscaldamento, 30 minuti di asanas -posizioni che devono essere tenute senza sforzo e in maniera stabile-, e 10 minuti di esercizi di rilassamento. Lo studio ha valutato anche eventuali effetti avversi dello yoga inclusi possibili traumi.

I numeri sono molto piccoli e necessitano di ulteriori valutazioni, ma la pratica dello yoga ha ridotto il numero di episodi di FA sintomatica (3.8 ± 3 vs. 2.1 ± 2.6, p< 0.001) e di FA asintomatica (0.12 ± 0.44 vs. 0.04 ± 0.20, p< 0.001). Allo stesso modo sono migliorati i punteggi delle scale di Zung per la valutazione del livello di ansia e della depressione, con p significativa per entrambi. Ai questionari che valutavano i parametri di qualità della vita si è osservato un miglioramento della percezione generale dello stato di salute, della vitalità e della salute mentale. La pratica dello yoga inoltre ha determinato una riduzione della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa sistolica e diastolica (p<0.001).

E’ il primo studio che affronta i possibili benefici di un programma yoga come terapia supplementare della fibrillazione atriale. Sebbene il meccanismo non sia chiaro gli autori ipotizzano che la pratica yoga, come testimoniato da altri studi, possa bilanciare l’attività del sistema nervoso autonomo evitando brusche fluttuazioni, aumenti il tono parasimpatico basale, sia in grado di combattere lo stress ossidativo e quindi favorire quei meccanismi di protezione che riducono il rimodellamento sfavorevole delle camere atriali del cuore.

Vi sono altre esperienze che hanno valutato l’efficacia dell’agopuntura o dell’ipnosi. Si tratta di un lavoro originale ed intrigante che, speriamo, apra nuove frontiere.

Fonti

Lakkireddy D et al. Effect of Yoga on Arrhytmia Burden, Ansiety, Depression and Quality of Life in Paroxysmal Atrial Fibrillation. The YOGA My Heart Study. J Am Coll Cardiol 2013 Mar 19;61(11):1177-82

Antonella Labellarte
Cardiologa
Ospedale S. Eugenio, Roma