Un antico adagio dice che una mela al giorno toglie il medico di torno.
Al giorno di oggi, un po’ perché a togliere i medici di torno ci pensano la sapienza dei politici di turno, l’assenza di una normativa che li tuteli dalla ormai accesissima causidicità di tutti, i turni di lavoro massacranti e/o la ridicola consistenza dello stipendio – da cui la nostra eliminazione potrebbe conseguire in futuro alla fame stricto sensu – un po’ perché la mela ha davvero delle proprietà benefiche straordinarie: mai proverbio fu più veritiero.
In una recente rivalutazione – l’ennesima – di quella enorme fonte di dati che è il National Health and Nutrition Examination Survey – NHANES – nord americano è stato argutamente analizzato il rapporto tra consumo di mele e tipo di dieta seguito nei bambini e negli adolescenti statunitensi.
Nello studio sono stati inseriti soggetti con una età superiore o eguale a due anni, fino a 18 anni, per un totale di quasi 14.000 individui, tutti selezionati dai registri dal 2003 al 2010.
Il consumo di mele è risultato purtroppo non frequente, risultando presente solo nel 26% della popolazione studiata. Questo anche considerando il consumo di derivati – non sempre salutari – della frutta, quali i succhi preconfezionati. Malgrado questo, i bambini e gli adolescenti che consumavano comunemente le mele letteralmente surclassavano gli altri per quanto riguarda il tipo di dieta (globalmente considerata): salutare nei consumatori di mele e derivati, non salutare nei rimanenti soggetti. Il peso corporeo, in accordo con ciò, era minore nei consumatori di mele rispetto ai non consumatori. Al contrario, il consumatore di mele vere e proprie – cioè non di succhi – manifestava un rischio di manifestare obesità che, rispetto al non consumatore di mele, risultava ridotto di ben il 30%.
La frutta, pertanto, ed in particolare la mela, è un alimento salubre, molto più valido delle terribili merendine nel ridurre il rischio cardiovascolare – presente e futuro – dei bambini e degli adolescenti. Lo studio del NHANES non contiene dati relativi alla morbilità e/o mortalità cardiovascolare oppure per tutte le cause. Malgrado questo, è fin troppo facile pensare che un bambino non obeso ed attivo più difficilmente di quello reso obeso dall’abuso di televisione e merendine e dall’assenza di attività fisica manifesterà patologie cardiometaboliche e non cardiometaboliche quando sarà un adulto.
Abbiamo tanti stupendi meleti in Italia: sFRUTTIamoli
Fonti:
Nutr J. 2015 May 14;14:48. doi: 10.1186/s12937-015-0040-1.
Consumption of apples is associated with a better diet quality and reduced risk of obesity in children: National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) 2003-2010.
O’Neil CE1, Nicklas TA2, Fulgoni VL 3rd3.
- Louisiana State University Agricultural Center, 261 Knapp Hall, Baton Rouge, LA, 70803, USA. coneil1@lsu.edu.
- Department of Pediatrics, USDA/ARS Children’s Nutrition Research Center, Baylor College of Medicine, Houston, TX, 77030, USA. tnicklas@bcm.edu.
- Nutrition Impact, LLC, Battle Creek, MI, 49014, USA. VIC3RD@aol.com
Prof. Claudio Ferri
Direttore della Scuola di Medicina Interna
Università degli Studi L’Aquila