Un po’ di storia
di Comitato Scientifico del C.L.I.

I nostri nonni non avevano mai sentito parlare di infarto, neppure i medici, a quel tempo, conoscevano la malattia e i trattati non ne facevano menzione. L’elettrocardiografia era stata scoperta nel 1921, ma non era ancora entrata nella pratica diagnostica. La prima lezione universitaria sull’infarto del miocardio, con presentazione dell’ammalato agli studenti, in Italia, venne tenuta nel 1939.
L’infarto era conosciuto solo dagli anatomopatologi che lo ritrovavano alle autopsie, ma si trattava di un’evenienza rara, trascurata dai clinici impegnati nella lotta contro le malattie infettive. I francesi sostengono che la prima descrizione della malattia sia stata fatta a Parigi nel 1896, gli statunitensi controbattono che è stata fatta negli USA nel 1878.
Nella disputa sono recentemente intervenuti gli svedesi. Nella cartella clinica di un ospedale del 1859 è descritto il caso di un uomo, in perfetta salute fino al giorno della morte della moglie, il quale, dopo l’evento luttuoso, aveva cominciato ad avvertire dolore sempre più violento nella regione retrosternale. Dopo un attacco più intenso e prolungato degli altri, divenne prima pallido, poi cianotico, e in pochi minuti morì. L’autopsia mise in evidenza l’occlusione di una coronaria e la necrosi di una zona del miocardio. La paternità della scoperta dell’infarto spetta quindi agli svedesi, uno dei popoli, oggi, più colpiti dalla malattia.
In passato, oltre che sconosciuto, l’infarto miocardico era certamente anche raro, e l’aumento osservato nell’ultimo mezzo secolo, non può essere spiegato solo con l’allungamento della durata media della vita.
L’allarme della malattia è recente: è iniziato in questo dopoguerra.
L’epidemiologia, la scienza che studia le malattie nella popolazione, ne valuta la frequenza, ne ricerca le cause e le possibilità di prevenzione, indicò per la prima volta all’inizio degli anni ’50 che, nel mondo industrializzato, più della metà delle persone moriva per malattia cardiaca e che l’infarto del miocardio era il principale responsabile di questa tragica escalation.
Negli USA l’infarto miete, ogni anno, quasi un milione di vittime, molte di più delle vittime delle ultime guerre messe insieme (Corea, Vietnam e le due guerre del Golfo) .

  • Ogni 6 minuti un italiano è colpito da infarto;
  • ogni anno sono colpiti da infarto 200.000 italiani e il 50 per cento ha un’età inferiore ai 70 anni;
  • un quarto delle morti si verifica nelle prime due ore della malattia, e quasi sempre prima del ricovero in ospedale, la mortalità nelle unità di cura intensiva coronarica è del 9-11 per cento;
  • durante i primi 12 mesi dopo l’infarto si ha ancora una mortalità del 10-13 per cento e, successivamente, del 4-6 per cento per anno;
  • il 10 per cento dei malati ha un secondo infarto entro l’anno.

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