TAVI e valvola aortica bicuspide in pazienti a basso rischio chirurgico: sfida o realtà? L’esperienza ad 1 anno del registro americano STS/ACC TVT all’Euro-PCR 2021.
di Flavio Biccirè
28 Maggio 2021

Dopo quasi 20 anni dal primo intervento mininvasivo di impianto transcatetere di valvola aortica (TAVI) effettuato da Alain Cribier a Rouen, in Francia, le indicazioni a TAVI sono ormai in rapida espansione1, 2.

Gli sviluppi tecnologici, la semplificazione della procedura e quindici anni di trials randomizzati sul confronto con la tradizionale sostituzione valvolare aortica chirurgica (SAVR) hanno contribuito sempre più a rendere questo intervento sicuro e diffuso, a tal punto che negli Stati Uniti ci sono più pazienti sottoposti a TAVI rispetto a quelli sottoposti a SAVR3.

Gli studi randomizzati effettuati sulla TAVI hanno dimostrato la non-inferiorità o la superiorità di questo intervento rispetto alla chirurgia tradizionale, indipendentemente dal profilo di rischio del paziente4. Questi risultati hanno accelerato la tendenza globale all’utilizzo della TAVI nei pazienti più giovani, portando a un numero crescente di candidati TAVI con anatomia valvolare aortica bicuspide (VAB).

I due trials pioneristici che hanno mostrato la non-inferiorità e la superiorità della TAVI nei confronti della SAVR nei pazienti a basso rischio chirurgico, hanno escluso i pazienti con VAB in considerazione di studi precedenti che avevano mostrato risultati inferiori in pazienti con bicuspidia aortica5,6.

La VAB rappresenta però l’anomalia valvolare congenita più comune (0,9-2% della popolazione generale7), raggiungendo quasi il 50% dei pazienti sottoposti a chirurgia per stenosi aortica, soprattutto nelle fasce d’età più giovanili 8,9, e costituendo così un punto centrale per l’estensione delle indicazioni a TAVI a pazienti più giovani e a più basso rischio chirurgico.

Negli ultimi anni, anche grazie all’utilizzo di protesi di ultima generazione progettate per migliorare la performance in anatomie sfavorevoli e ridurre i rigurgiti peri-valvolari, si è assistito ad un numero crescente di evidenze sulle prestazioni della TAVI nei pazienti con VAB. La maggior parte di questi studi ha riguardato una piccola coorte di pazienti e risultati a breve termine10.

In questo contesto di attesa di evidenze, Makkar et al hanno presentato al congresso di cardiologia interventistica EuroPCR 2021, tenutosi a Parigi lo scorso 18-20 maggio, i risultati del registro americano STS/TVT sulla TAVI in pazienti con bicuspidia aortica e basso rischio chirurgico.

Abbinando i pazienti con caratteristiche comuni tra loro (analisi propensity-score matching), gli autori hanno valutato le differenze tra il consolidato trattamento percutaneo in pazienti con anatomia tricuspide (VAT, 3168 pazienti) e quello in pazienti con valvulopatia aortica bicuspide (VAB, 3168 pazienti).

Come endpoint primario è stato scelto un composito di mortalità e stroke a 30 giorni ed un anno, mentre come endpoint secondari le complicazioni procedurali, eventi avversi intra-ospedalieri, valutazione della valvola ad esame ecocardiografico, stato funzionale (classe NYHA) e di salute. I pazienti BAV sottoposti a TAVI (Edwards Sapien 3/Sapien 3 Ultra) avevano un’area valvolare più piccola (0.7±0.2 vs 0.8±0.2; p=0.002) un annulus aortico più grande (25.7±3.1 vs 25.1±2.9; p<0.0001) e sono stati sottoposti più frequentemente ad un impianto di valvola aortica più grande (valvola 29 mm nel 38.4% vs 29%; p<0.0001).

Nessuna differenza è stata trovata nel passaggio a chirurgia tradizionale (0.4%), rottura di annulus (0.15%), dissezione aortica (0.05%), mortalità (0.6% VAB e 0.4% VAT; p=0.22) e stroke (1.1% VAB vs 0.9% VAT; p=0.31) a 30 giorni. Le curve della mortalità hanno iniziato a separarsi a 6 mesi ma in modo non significativo (ad un anno, 6.6% VAB vs 4.6% VAT; p=0.06).

Lo stroke si è confermato basso in entrambi i gruppi (2% ad un anno), così come l’incremento della qualità di vita e dello stato funzionale. Sono stati inoltre riscontrati simili tassi di impianto di pacemaker definitivo, fibrillazione atriale di nuova insorgenza e dialisi post-procedurale.

Ad un anno, i pazienti con VAB hanno mostrato una più alta probabilità di re-intervento (1.16%) rispetto a quelli con VAT (0.43%; p=0.02), probabilmente dovuto ad un leak peri-valvolare moderato-severo più frequente (1.8% VAB vs 1.1% VAT; p=0.02).

L’impianto di TAVI nei pazienti a basso rischio chirurgico con VAB si è rivelato essere dunque una procedura sicura e paragonabile a quella in pazienti con valvolare aortica tricuspide, in particolare quando si utilizzano protesi di ultima generazione. Tuttavia, trials randomizzati e studi a lungo termine sono necessari per confermare i risultati e valutare la durata della TAVI nei pazienti con bicuspidia aortica.

 

Bibliografia

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  10. Forrest JK, Ramlawi B, Deeb GM, Zahr F, Song HK, Kleiman NS, Chetcuti SJ, Michelena HI, Mangi AA, Skiles JA, Huang J, Popma JJ and Reardon MJ. Transcatheter Aortic Valve Replacement in Low-risk Patients With Bicuspid Aortic Valve Stenosis. JAMA cardiology. 2021;6:50-57.