Si è concluso da pochi giorni il congresso dell’American Heart Association a Chicago. In una delle sessioni scientifiche la dottoressa Viola Vaccarino (Emory University, Atlanta, GA) studiosa delle differenze di genere nella cardiopatia ischemica, ha presentato i risultati di uno studio pilota condotto su pazienti affetti da cardiopatia ischemica cronica.
Ebbene nelle donne di età compresa tra i 40 e 55 anni sottoposte ad uno stress test mentale è stata rilevata una probabilità tre volte maggiore rispetto agli uomini di sviluppare ischemia miocardica. Il deficit di perfusione cardiaco non è risultato correlato a fattori socio demografici, alla severità della malattia ischemica preesistente, ai fattori di rischio cardiovascolare o alla presenza di depressione. La differenza tra uomini e donne si conferma anche se in maniera ridotta nelle donne di età compresa tra 56 e 64 anni (l’ischemia è stata registrata nel doppio dei casi) mentre scompare negli anni successivi. In nessuno dei tre gruppi sono state registrate differenze tra i due sessi quando i partecipanti allo studio sono stati sottoposti ad uno stress di tipo fisico.
Già nel 1999 lo stesso gruppo di ricercatori aveva pubblicato uno studio sul New England Journal of Medicine in cui era stata registrata una prognosi peggiore nelle donne rispetto agli uomini di pari età dopo un infarto miocardico. La dottoressa Vaccarino ha affermato a Chicago che questi nuovi dati documentano una maggiore vulnerabilità delle donne giovani all’ischemia secondaria ad uno stress psicologico e che questo potrebbe avere un ruolo nella prognosi.
E’ interessante descrivere come è stato condotto lo studio: i pazienti sono stati sottoposti ad una prova mentale standard durante la quale è stato loro richiesto di parlare di una situazione stressante dinanzi ad un pubblico composto da poche persone che indossavano un camice bianco. Durante il discorso è stato iniettato un farmaco radioattivo e quindi è stata eseguita una SPECT (single-photon emission computerized tomography test) con lo studio della perfusione miocardica in 17 segmenti miocardici a riposo e nel corso dello stress. In un’altra giornata i pazienti sono stati sottoposti ad uno stress fisico con l’utilizzo di un treadmill o indotto farmacologicamente.
La differenza tra i due sessi è stata registrata solo in occasione dello stress psicologico. Il fenomeno è risultato particolarmente evidente nelle donne più giovani e si è attenuato con il progredire dell’età. Nelle donne non è stato rilevato un aumento di flusso, di pressione arteriosa e di frequenza cardiaca durante lo stress. I ricercatori hanno quindi ipotizzato che nelle donne giovani possa essere presente questa forma di ischemia silente durante stress emotivo e che questa condizione possa associarsi a una prognosi peggiore.
Fonti:
1. Vaccarino V, Pimple PM, Garcia EV, et al. Young women with stable CHD are more likely to develop myocardial ischemia with mental stress than men of similar age. American Heart Association 2014 Scientific Sessions; November 17, 2014; Chicago, IL. Abstract 14860
2. Vaccarino V, Parsons L, Every NR, Barron HV, Krumholz HM. Sex-based differences in early mortality after myocardial infarction. National Registry of Myocardial Infarction 2 Participants. N Engl J Med 1999; 341:217-225. Article
3. Vaccarino V, Shah AJ, Rooks C, et al. Sex differences in mental stress-induced myocardial ischemia in young survivors of an acute myocardial infarction. Psychosom Med 2014; 76:171-180. Abstract
Antonella Labellarte
Cardiologa
Ospedale S. Eugenio, Roma