SPORT, ESERCIZIO FISICO E BETA BLOCCANTI
di Antonella Labellarte
30 Settembre 2012

Le evidenze che abbiamo ad oggi sulla capacità dell’attività fisica di ridurre la morbilità e mortalità cardiovascolare e totale sono numerosissime. L’attività fisica costante e moderata riduce il rischio di sviluppare malattie croniche come il diabete, l’ipertensione, l’obesità, l’osteoporosi, ad esempio, e comunque, anche quando queste sono già presenti, è in grado di migliorare il profilo pressorio o quello glucidico e lipidico (aumenta il valore del colesterolo buono HDL) e persino migliora il tono dell’umore combattendo la depressione. Negli anziani, se ben condotto, l’esercizio fisico può aiutare a ridurre il rischio di fratture.



Nonostante però l’attività fisica sia universalmente accettata come terapia e compaia nelle linee guida internazionali dei programmi di prevenzione come “terapia cardiovascolare”, solo 1/3 della popolazione italiana pratica un esercizio fisico regolare. Le donne risultano più sedentarie rispetto agli uomini, gli anziani, ovviamente, rispetto ai giovani e, genericamente, l’esercizio fisico è meno praticato nei ceti sociali a più basso livello economico e culturale. Tra i cardiopatici, poi, l’attività fisica sebbene assolutamente vantaggiosa se ben fatta, è ancora piuttosto infrequente. Occorre che le persone siano fortemente motivate alla pratica dell’attività fisica da persone competenti e con programmi definiti. Molto spesso, infatti, anche coloro i quali inizialmente accettano di aderire ad un programma di attività fisica, poi l’abbandonano, così come smettono di assumere la terapia farmacologica in cronico.

Per un buon allenamento che migliori l’adattabilità del sistema cardiovascolare allo sforzo bisogna praticare un’attività fisica aerobica, ossia un esercizio fisico durante il quale la frequenza cardiaca venga mantenuta tra il 70 e l’85 % di quella raggiunta al massimo dell’esercizio durante la valutazione iniziale.

Tra coloro i quali praticano un’attività sportiva, molti ad oggi assumono una terapia farmacologica a base di beta bloccanti.

Cosa fanno i beta bloccanti? Con un’affermazione piuttosto semplicistica , ma non del tutto lontana dalla verità, i beta bloccanti sono una classe di farmaci in grado di “mettere a riposo” il cuore, riducono la frequenza cardiaca, ossia il numero di battiti al minuto, riducono la sua eccitabilità, hanno un effetto anche sulla pressione arteriosa riducendone i valori.

Vi sono delle pratiche sportive in cui la terapia con beta bloccante costituisce un vero e proprio doping: gli sport di tiro, la pesca e la caccia sportiva, il golf, il biliardo sportivo ad esempio. Sono tutti quegli sport i cui la componente mentale è essenziale ed un minimo aumento della frequenza cardiaca potrebbe compromettere la perfezione del risultato del gesto tecnico.

Per le caratteristiche cui abbiamo accennato, la capacità di ridurre l’eccitabilità del cuore e di ridurre la frequenza dei battiti è chiaro che i beta bloccanti svolgono un’attività protettiva sul cuore di coloro che praticano attività fisica sportiva, siano essi pazienti affetti da una vera cardiopatia, siano sportivi amatoriali. Queste caratteristiche, fra l’altro, sono le stesse che impongono la sospensione della terapia beta bloccante quando si voglia veramente testare il cuore sotto sforzo.



Gli sportivi sono spesso portatori di aritmie assolutamente benigne, quali la presenza di numerose extrasistoli sopraventricolari e ventricolari che vengono vissute come molto fastidiose. Piccole dosi di beta bloccanti possono controllare questo problema.

E’ fondamentale comunque che chiunque pratichi un’attività fisica venga adeguatamente controllato e ne venga valutata la capacità del sistema cardiovascolare. Per la pratica dello sport agonistico i medici dello sport seguono dei rigidi protocolli per rilasciare l’idoneità, ma anche tutta la classe amatoriale occorre che svolga l’attività sportiva in regime di sicurezza e tranquillità.
Per il “glossario” dell’esercizio fisico, le notizie sull’attività aerobica, la frequenza cardiaca massimale, vedi le news letter in archivio di settembre e ottobre 2010.

Buon allenamento!

Antonella Labellarte
Cardiologa
Ospedale S. Eugenio, Roma