Sesso e morte improvvisa
di Filippo Stazi
15 Febbraio 2022

E’ noto che l’attività sessuale è una possibile causa di morte cardiaca improvvisa (SCD) soprattutto nei maschi di mezz’età (1). Per cercare di valutare la proporzione di SCD connesse con il sesso e identificare le caratteristiche cliniche di chi ne è colpito, un gruppo di ricercatori ha valutato il database del reparto di patologia cardiaca della St. George University di Londra, analizzando tutti i casi di SCD sottoposti a studio autoptico (e screening tossicologico per escludere cause non cardiache) tra il 1994 ed il 2020 (2). La SCD è stata definita come un decesso insorto a distanza di massimo dodici ore da una precedente condizione di apparente benessere. 17 delle 6.847 SCD considerate, lo 0,2%, si sono verificate durante un rapporto sessuale o dopo non più di un’ora dal suo termine. L’età media dei defunti era 38 anni (deviazione standard 18 anni) e il 65% di essi era maschio. In 9 soggetti (53%) l’autopsia ha rilevato un cuore strutturalmente normale, dato che faceva quindi propendere per una morte improvvisa aritmica (sindrome della morte aritmica improvvisa). Due soggetti (12%) hanno presentato una dissezione aortica (uno dei due era un iperteso noto) mentre ognuna delle seguenti patologie è stata considerata responsabile di un caso di SCD: cardiomiopatia aritmogena, cardiomiopatia ipertrofica, cardiopatia ischemica, fibrosi idiopatica, ipertrofia idiopatica del ventricolo sinistro (definita come aumento di peso del cuore ed ispessimento parietale in assenza di cause responsabili e senza disarray delle fibre miocardiche) e, infine, prolasso valvolare mitralico. Il meccanismo responsabile della SCD è verosimilmente il surge catecolaminergico che si associa al rapporto sessuale e che, in soggetti con cardiomiopatie o canalopatie, può innescare l’evento letale. Nella casistica di questo studio si osserva una significativa presenza (35%) di eventi a carico del sesso femminile, in contrasto con i dati precedentemente disponibili in letteratura che consideravano la SCD legata al sesso, quasi esclusiva del genere maschile. La discrepanza è probabilmente legata all’età media dei casi studiati, relativamente giovane e quindi con minore probabilità di cardiopatia ischemica, condizione che epidemiologicamente pesa molto di più nei soggetti di età più avanzata e che penalizza maggiormente gli uomini.

Lo studio, ovviamente, ha analizzato solo i soggetti deceduti e non anche quelli che sono sopravvissuti ad un arresto cardiaco improvviso, non potendo così identificare differenze cliniche tra chi è morto e chi è sopravvissuto.

Nel complesso i risultati di questa valutazione di un’ampia coorte di soggetti morti per SCD mostra che il rischio di tale evento durante o a seguito dell’attività sessuale è basso, solo lo 0,2%, ed è prevalentemente secondario alla sindrome della morte aritmica improvvisa o a cardiomiopatie.

La conclusione che si trae da questo studio, quindi, è che l’attività sessuale è relativamente sicura anche in soggetti con problematiche cardiache, soprattutto se di età inferiore ai 50 anni.

Bibliografia

  1. Parzeller M, Bux R, Raschka C et al. Sudden cardiovascular death associated with sexual activity: a forensic autopsy study (1972-2004). Forensic Sci Med Pathol 2006; 2 (2): 109-114. Doi:10.1385/FSMP:2:2:109
  2. Finocchiaro G, Westaby J, Behr ER et al. Association of sexual intercourse with sudden cardiac death in young individuals in the United Kingdom. JAMA Cardiology  Published online January 12, 2022