Viviamo tempi difficili! Perché, da un lato, le ipotesi della scienza vengono spesso interpretate come verità oppure come opinioni personali, specie da chi scienziato non è ma ha fatto gli studi alti; dall’altro lato, i politici e gli amministratori della cosa pubblica, personaggi di potere, si sentono investiti anche dal compito di dover discriminare le ipotesi o le opinioni dalle verità. Essi sanno di non avere certe competenze e pur essendo spesso prudenti e disponibili a discutere dei vari problemi, talvolta presumono di aver trovata la “verità”, e qui combinano i guai.
E’ recente la divergenza fra chi giustamente crede nelle vaccinazioni, specie quelle infantili, quale atto medico necessario a prevenire malattie a rischio di morte o invalidità, e chi invece impressionato della puntura ai propri figli o dando retta al racconto dei rarissimi episodi reattivi o, peggio, alle mistificazioni ideologiche, creano opinioni pubbliche da cavalcare come una lotta di classe.
Il medico sa che queste prescrizioni, ora valide e necessarie, potranno essere cambiate in futuro dai nuovi progressi della scienza medica; il paziente e il politico invece, quando prescindono dalla loro ignoranza e presunzione e trattano la scienza come cronaca del giorno come interesse di parte, non si rendono nemmeno conto del ridicolo in cui cadono e dell’inaffidabilità di coloro che sono stati eletti. Credo che dovremmo tutti fermarci un momento a considerare che le interpretazioni dei fenomeni naturali non sono verità, ma solo teorie, necessarie fino al raggiungimento di nuove e migliori. Le verità sono quella che si contrappongono alle menzogne e, per i credenti, quelle sopranaturali: le “in verità, in verità vi dico” dei Vangeli.
In scienza le “verità” del momento soggiaciono a una verifica continua di ipotesi e di sperimentazioni. L’astronomia dopo Keplero e Galilei è cambiata e cambia continuamente l’interpretazione sulle “vaghe stelle dell’orsa”, sui pianeti e sulle galassie, a misura che migliora l’esplorazione e che menti nuove deducono dai dati raccolti il significato di tante realtà osservate. E’ recente la scoperta di acqua su Marte e conseguentemente l’ipotesi di una qualche forma di vita primordiale. Anche in medicina la ricerca continua a modificare le sue “verità” che pensavamo stabilizzate. Chi poteva pensare 50 anni fa che l’ulcera peptica, dello stomaco e duodeno, già belle e inquadrata come secondaria a iperacidità e a una vaga predisposizione genetica, fosse determinata invece da un batterio, lo helicobacter, così come per altre malattie infettive, dalla tonsillite al colera? Chi avrebbe detto che l’infarto nella donna soggiace ai suoi ormoni, come se la natura si fosse preoccupata di mantenerla valida nel periodo della procreazione? E nella terapia, chi poteva pensare alla casuale scoperta degli antibiotici e alla possibilità di cambiarsi il cuore con quello di un altro?
Tutto ciò, come ebbi già occasione di raccontare, lo aveva capito ed espresso con la sicurezza di vero scienziato un giovane medico sudafricano, che negli anni venti del secolo scorso, durante una ricerca sponsorizzatagli dalla Rockefeller Foundation aveva portato a termine una teoria sulla propagazione nel nostro corpo dell’attività elettrica del cuore. La presentò a un congresso presieduto dal Nobel della materia, il quale considerava la nuova proposta talmente assurda che, dopo la lettura in aula, adirato contro il ricercatore neofita, con atto “baronale”, non gli concesse la discussione. Questi non si perse d’animo, prese un pezzo di gesso e lo fece cadere sul tavolo chiedendo: “ perché cade?” “Ovvio, per la forza di gravità”. E di rimando: “la forza di gravità è una verità o un’ipotesi?” “Sciocchezze, tutti sanno che è una verità”. Il giovane concluse: “In scienza niente è verità, ma solo ipotesi, e perciò io non potrò mai intendermi con lei professor Einthoven”. Se ne ritornò al suo paese e abbandonò la ricerca, nonostante tutto il mondo avesse rapidamente accettato la sua ipotesi.
Siamo alle solite: Galileo Galilei fu costretto a ritrattare la sua convinzione sulla teoria eliocentrica e su altre che contrastavano con Aristotele e le sacre scritture, riuscendo così a morire nel suo letto; mentre Giordano Bruno per ragioni simili non ritrattò e finì sul rogo. Il tempo, che è sempre galantuomo dicevano i miei nonni, durante gli ultimi secoli ha stemperato le polemiche e chiarito molte controversie. Perfino gli ultimi papi hanno riconosciuto l’errore e chiesto perdono. Le controversie però faticano ad estinguersi completamente, finché persistono gli equivoci e i privilegi della Controriforma. Si continua a mescolare religione e scienza, verità e ipotesi, nonostante che un grande profeta, anche per chi non lo consideri figlio di Dio, avesse prescritto di tenere separati Cesare da Dio, la politica dalla religione, e quindi le ipotesi scientifiche dalle verità.
Anche un grande scienziato, Albert Einstein, aveva compreso questa grande connessione e il bisogno di rispetto fra scienza e religione quando scrisse che “la scienza senza la religione è zoppa e la religione senza la scienza è cieca”; come dire che l’una deve tendere alla verità e l’altra non può prescindere dal dono che Dio diede all’uomo e alla donna: l’intelletto e la capacità di scelta.
Eligio Piccolo
Cardiologo