Bisogna distinguere due forme: il diabete insulino-dipendente o tipo 1, che colpisce in Italia circa il 5,7 per cento dei diabetici, e il diabete non insulino-dipendente o tipo 2 che ne colpisce circa il 9,4 per cento.
Il diabete tipo 1 (insulino-dipendente) viene detto anche “diabete giovanile” o “diabete magro” e per il suo trattamento è indispensabile l’impiego di insulina. Si manifesta nell’infanzia, in particolare fra i 5 e i 15 anni. In questa forma si ha il blocco della secrezione di insulina da parte del pancreas, blocco che può essere progressivo oppure insorgere bruscamente.
Questa forma di diabete viene detta “magra” perché i soggetti che ne sono colpiti hanno un peso normale o inferiore alla norma, a differenza dei diabetici del secondo gruppo, con diabete non-insulino-dipendente che sono in genere grassi. Il diabete non insulino-dipendente viene così chiamato perché il trattamento non richiede l’impiego dell’insulina, insorge nell’età matura, compare soprattutto fra i 40 e i 50 anni, talvolta anche dopo i 60. L’eccesso ponderale riveste un ruolo nella sua insorgenza insieme ad una “perdita di efficacia” dell’’insulina o ad una pigrizia pancreatica. Può essere curato con la sola dieta associata ad una diminuzione di peso. Nei casi che richiedono terapia medica si impiegano gli ipoglicemizzanti orali. La causa di queste due forme di diabete non è evidentemente la stessa
Il diabete tipo 1 è legato spesso ad un’infezione virale acuta che colpisce le cellule del pancreas che producono insulina, altre volte l’origine è sconosciuta. Il diabete tipo 2 è una malattia che compare durante l’età media ed è favorita da errori di igiene di vita: eccessi alimentari, aumento di peso, sedentarietà e da fattori genetici, essendo più frequente nelle persone che hanno familiari diabetici. Può aggiungersi una degenerazione del pancreas che diviene meno efficiente nel produrre insulina.
Quali sono i tipi di diabete