L’aggiunta del probiotico Bifidobacterium longum BB536 all’estratto di lievito di riso rosso migliora il profilo lipidico nei pazienti con moderata ipercolesterolemia. E’ quanto sembrerebbe dimostrare un piccolo studio presentato da un gruppo italiano dell’Università di Milano al congresso dell’European Atherosclerosis Society 2017.
Il livello di colesterolo LDL si è ridotto del 26% dopo 12 settimane mentre nessun cambiamento è stato osservato nel gruppo placebo (P<0,0001). La riduzione del colesterolo totale è stata pari al 17% versus 0% nel gruppo placebo (P<0,0001). Il risultato è stato raggiunto dopo sei settimane di “trattamento”. Si tratterebbe di una riduzione decisamente interessante visto che, nello studio WOSCOPS un pari risultato (-26% del valore LDL) è stato ottenuto con l’assunzione di pravastatina 40 mg die.
La novità è l’effetto dei due componenti.
Dei benefici dell’estratto di lievito di riso rosso, infatti, si parla da molto tempo: già nel 1999 uno studio pubblicato sull’ American Journal of Clinical Nutrition aveva riportato una riduzione del 15% dei livelli di colesterolo LDL dopo 8 settimane nel gruppo di partecipanti allo studio che assumevano un supplemento dietetico di estratto di lievito di riso rosso brevettato in Cina.
Nello studio in doppio cieco condotto del prof. Magni 32 pazienti (50% maschi, età compresa tra 18 e 70 anni) con valori basali di colesterolo LDL compresi tra 130 e 200, a basso rischio cardiovascolare, sono stati randomizzati ad assumere 1.8 g una volta al giorno di supplemento solubile in acqua – Bifidobacterium longum BB536 /’estratto di lievito di riso rosso – o placebo.
Il vantaggio di questa associazione consisterebbe nella capacità tanto di ridurre l’assorbimento di colesterolo nell’intestino attraverso l’interazione del probiotico con i sali biliari, quanto quella di ridurne la sintesi nelle cellule epatiche grazie alla spiccata attività inibente nei confronti dell’enzima HMG-CoA reduttasi ad opera del riso rosso fermentato (monacoline) (meccanismo statino-simile).
Oltre ai risultati già citati i livelli di colesterolo HDL, apolipoproteina A e proprotein convertase subtilisin/kexine type 9 (PCSK9 – enzima chiave nel regolare il metabolismo del colesterolo, che promuove nel fegato la degradazione dei recettori per le particelle di colesterolo a bassa densità LDL e riduce appunto la capacità epatica di rimuovere il colesterolo LDL dal circolo) sono rimasti invariati, mentre è stata osservata una riduzione sovrapponibile dei trigliceridi nei due bracci (-12% versus -13%). La composizione del microbiota intestinale è risultata invariata. La compliance è risultata ottima e non sono stati riportati effetti collaterali.
Antonella Labellarte
Cardiologa
Ospedale S. Eugenio, Roma