PIANETA NON-COVID-19
di Claudio Ferri
01 Novembre 2020

L’esplosione mondiale del COVID-19 ha letteralmente tagliato fuori dall’assistenza ambulatoriale e, in larga parte, dall’ ospedale, tutti i malati non affetti da COVID-19: i medici sono diventati irraggiungibili (per motivi non certo dipendenti dai medici), gli ospedali sono aperti solo in caso di emergenza “riconosciuta” e, in ultimo, ma non certo per ultimo, vi è una consistente “paura” da parte dei pazienti di contrarre il COVID-19 in ambiente ospedaliero.
In una recente pubblicazione statunitense [Woolf SH et al. JAMA. 2020 Oct 20;324(15):1562-1564] si è provato a razionalizzare il fenomeno, investigandolo in tutti gli USA (50 Stati ed il Distretto di Columbia). Pur considerando la necessità di escludere due Stati, il Connecticut e la North Carolina, i dati nei rimanenti hanno dato la possibilità ai ricercatori di dimostrare – al di là della aneddotica –che, nella popolazione statunitense dei 225.530 decessi osservati durante la pandemia, solo il 67% (150.541) erano attribuibili al COVID-19, con netto incremento della mortalità per patologie cardiache non-COVID-19 nel periodo 21 marzo – 11 aprile pari ad un annual percentual change (APC) = 5.1 ( IC al 95%, 0.2-10.2), e per demenza (sia Alzheimer sia non Alzheimer)  (stesso periodo temporale, APC = 7.3; IC al 95%, 2.9-11.8])
Pertanto, se è corretto combattere COVID-19, non possiamo e non dobbiamo dimenticare chi il COVID-19 non lo ha.

Prof. Claudio Ferri
Direttore della Scuola di Medicina Interna
Università degli Studi L’Aquila