L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha incluso la prevenzione dello stroke tra gli obiettivi per raggiungere la riduzione di un 25% della mortalità precoce per malattie non trasmissibili entro il 2025.
La malattia ischemica del cuore e gli accidenti cerebrovascolari rappresentano le due principali cause di morte alla stima effettuata su base mondiale. Sebbene la mortalità per cardiopatia ischemica sia globalmente superiore a quella conseguente ad ictus, nel 39% dei paesi l’ictus rappresenta la principale causa di morte e questo accade genericamente in Cina, Sud America ed in Africa. Inoltre non si può non considerare come l’ictus sia causa di disabilità quanto e più della cardiopatia ischemica. Nell’ambito delle strategie preventive l’American College of Cardiology e l’American Heart Association, hanno incluso lo stroke tra gli indici da considerare per l’avvio a terapia con statine in prevenzione primaria.
Sebbene molti trials randomizzati abbiano dimostrato l’efficacia delle terapie volte al controllo della pressione arteriosa e dell’ipercolesterolemia nel prevenire ictus ed infarto del miocardio, sebbene molti dei farmaci siano oggi a disposizione in formulazione generica, risolvendo così almeno in parte i problemi economici connessi all’assunzione di una terapia cronica e, nonostante gli sforzi delle organizzazioni di dare chiare indicazioni per il tramite delle linee guida, l’aderenza alla terapia alla dimissione dall’ospedale rimane ancora una sfida per i sistemi sanitari pressoché ovunque.
Lo studio finlandese pubblicato su JACC mette in luce le tragiche conseguenze della non aderenza alla terapia antiipertensiva e con statine. L’aderenza alla terapia è stata valutata anno per anno in una popolazione di 58.266 pazienti finlandesi senza precedenti cardiovascolari, nel periodo compreso tra il 1995 e il 2007. Ebbene l’incidenza di stroke fatale è risultata 7 volte superiore in coloro i quali non assumevano la terapia con statine e i farmaci antipertensivi. Un aumento dello stroke fatale, pur se in maniera ridotta, era parimenti presente in coloro i quali non aderivano ad uno dei due trattamenti. Si tratta del primo studio osservazionale che fornisce dati sul mondo reale e non in quello controllato dei grandi trials.
Il problema dell’aderenza alla terapia è stato più volte affrontato. Le cause sono molteplici. Senz’altro la numerosità delle prescrizioni è uno degli aspetti da prendere in considerazione. Spesso pazienti anche anziani si trovano a dover assumere 15 compresse al giorno e magari secondo schemi complicati. Uno dei tentativi da tanti anni in corso è l’istituzione della “polipillola” con dosaggi fissi di farmaci in associazione. Ma per quanti sforzi siano stati fatti e le case farmaceutiche, sensibili al problema, si stiano impegnando alla produzione di numerose formulazioni, ancora sono dei necessari dei passi in avanti. Un grande aiuto oggi potrebbe arrivarci grazie alle nuove tecnologie a disposizione. Le “app” potrebbero rappresentare uno strumento efficace per raggiungere un gran numero di pazienti visto che si stima vi siano più di 6 bilioni di utilizzatori di telefono cellulare e che approssimativamente il 75% vive in paesi a basso/medio reddito.
Rimane fondamentale come sempre più di ogni altra cosa considerare l’educazione dei pazienti e del personale sanitario. La prima deve essere oggetto anche della programmazione dei media, risultati egregi in questo campo sono stati documentati ad esempio, in analisi condotte in Danimarca.
Fatto che può molto colpire, nelle complesse proposte di studio sottoposte al vaglio dei finanziamenti ottenibili dalla Comunità Europea nell’ambito del Progetto Horizon 2020, ai giovani ricercatori candidati veniva richiesto espressamente di spiegare come intendessero far giungere alla popolazione generale lo scopo, gli obiettivi, le strategie e l’importanza delle proprie ricerche per il benessere e la salute delle collettività. Si richiede quindi la formazione di “persone”, professionisti che non siano solo portatori di grosse competenze scientifiche, ma che si occupino a tutto tondo del benessere della società. Un fatto che ci deve far meditare.
Sidney C. Smith. Adherence to Medical Therapy and the Global Burden of Cardiovascular Disease. J Am Coll Cardiol 2016;67:1516-18
Herttua K, Martikainen P, Batty GD, Kivimäki M. Poor adherence to statin and antihypertensive therapies as risk factors for fatal stroke. J Am Coll Cardiol 2016;67:1507–15.
Antonella Labellarte
Cardiologa
Ospedale S. Eugenio, Roma