LA STATISTICA
di Eligio Piccolo
01 Ottobre 2020

“E’ na’ cosa/ che serve pe fa un conto in generale/ de la gente che nasce, che sta male,/ che more…/Ma pe me la statistica curiosa/ è dove c’entra la percentuale…” 

scriveva nel secolo scorso il grande poeta romanesco, il quale proprio per amore dell’essenziale si era ridotto il nome Carlo Alberto Camillo Mariano Salustri anagrammandosi il solo cognome in Trilussa; e che in quella famosa poesia concludeva come secondo tale scienza statistica c’è chi mangia due polli all’anno e chi nemmeno l’uno della media. Conclusione fatta propria poi da molti pensatori, compreso il generale De Gaulle.
Allo stesso modo si lamentano coloro che vengono ripetutamente allarmati dalle statistiche mediche sul rischio del fumo, del colesterolo, del sovrappeso, eccetera, secondo percentuali che anche quando sono a due cifre dovrebbero, secondo quegli ottimisti, lasciare maggior spazio a una certa comprensione e concessione. Come, ad esempio, l’allarme per la demenza senile che colpisce circa il 5% degli ultra 65enni e che nei prossimi trent’anni, dicono gli statistici, arriverà al 15 per cento.

 

Contro la quale purtroppo non ci sono rimedi, benché a Firenze qualcuno proponga l’uso dell’olio extra vergine di oliva, i cui propafenoli, peraltro invocati anche nel buon vino su altri effetti benefici, ridurrebbero l’amiloide, la sostanza inerte che toglie la funzione alle cellule cerebrali. Gli esegeti economisti poi precisano che il costo sociale europeo di questa patologia, detta anche Alzheimer, è di 105 miliardi di euro l’anno, che potrebbero pertanto diventare trecentoquindici. Problema importante di certo, ma che dovrebbe lasciare più spazio ai rimedi e meno al pessimismo e alla malinconia.
Non dovrebbe essere un vero problema nemmeno il fatto che negli USA circa un milione di bambini (0.33% della popolazione) soffre di allergia alle arachidi, i bagigi della cultura veneta, peraltro più spesso limitata a innocue reazioni cutanee o digestive, contro la quale si propone un farmaco, la palforzia, che rischia di provocare effetti secondari peggiori dell’allergia nocciolinica stessa. Non sarebbe più facile proscrivere le arachidi o sostituirle con i pop-corn o i bruscolini, così vediamo se anche questi impegnano il nostro sistema immunitario? Curioso poi, quanto forse dispendioso, è lo studio sudcoreano (European Journal of Preventive Cardilogy 2020) sull’utilità di lavarsi i denti tre volte al giorno per ridurre l’incidenza della fibrillazione atriale e dell’insufficienza cardiaca. Oltre 160 mila persone sono state seguite per dieci anni, il 3% delle quali hanno avuto l’aritmia e il 5% lo scompenso; ma chi si trilavava i denti ogni giorno aveva uno sconto del 10% e del 12%, 490 e 790 persone, rispettivamente. Non è una scoperta, si capisce, viste le numerose segnalazioni sul rischio delle infezioni dentarie sul cuore e le coronarie, ma è sempre meglio che sparare missili come nel Nord della stessa penisola coreana.
A criticare certe esagerazioni della statistica sono intervenuti molti personaggi e pensatori più o meno puntuti, come l’immancabile George Bernard Shaw, secondo cui esistono cinque categorie di bugie: la bugia semplice, la previsione del tempo, la statistica, la bugia diplomatica e il comunicato ufficiale. Mentre il matematico Piergiorgio Odifreddi diceva che se la statistica constata che metà della popolazione ha un’intelligenza inferiore alla media, dobbiamo attenderci che essa si impegni a rendere il più dura possibile la vita all’altra metà, che fa invece il possibile per rendere la vita meno dura per tutti.
Fino a qui possiamo essere quindi d’accordo con il Trilussa e compagni. Dove invece non dovremmo assecondare troppo l’ironia sui dati statistici, pur senza assumere un tono quaresimalista, è ad esempio sulla battuta di Woody Allen circa l’astensione dal fumo, che ci farebbe vivere pochi giorni di più, durante i quali magari piove. Oppure di chi si vanta del proprio genoma citando suo nonno che superò il traguardo dei 90 non sapendo cosa fosse il colesterolo, la pressione ed affrontando l’ultimo respiro con il toscano in bocca.
Però vale sempre la conclusione del poeta:

“Me spiego: da li conti che se fanno/ seconno le statistiche d’adesso/ risulta che te tocca un pollo all’anno:/ e, se nun entra nelle spese tue,/ t’entra ne la statistica lo stesso/ perch’è c’è un antro che ne magna due.”

Eligio Piccolo
Cardiologo