Ipercolesterolemia: una Questione anche di Microbiota Intestinale?
di Rosa Maria Manfredi
09 Aprile 2024

Introduzione: Il Colesterolo, soprattutto quello trasportato dalle lipoproteine a bassa densità (LDLc), costituisce un fattore di rischio cardiovascolare importante.

I probiotici sono definiti come “microrganismi vivi che conferiscono un beneficio per la salute all’ospite”, tra questi le specie Lactobacillus, attraverso enzimi idrolasi dei sali biliari, hanno la capacità di produrre BA non coniugati, scarsamente assorbibili, che stimolano la sintesi de novo degli acidi biliari, riducendo così il Colesterolo plasmatico. In particolare il Lactiplantibacillus plantarum (L. plantarum) ha dimostrato di ridurre il totale e l’LDLc in studi sperimentali sugli animali [1].

Scopo dello Studio: Gli Autori, mediante questo Studio esplorativo [1], longitudinale, monocentrico e a braccio singolo, hanno voluto indagare gli effetti su volontari sani, ma in sovrappeso corporeo di una formulazione di Lactiplantibacillus plantarum contenente 6 ceppi (KABP011, KABP012 e KABP013), somministrata con dosi crescenti in 4 settimane, su acidi biliari (BA), profilo lipidico e molecole infiammatorie.

Materiali e Metodi: Sono stati inclusi nello Studio 20 persone (10 uomini e 10 donne) con sovrappeso corporeo (indice di massa corporea -BMI- mediano di 26,5 Kg/m2 e una circonferenza vita media di 97,5 cm negli uomini e 89,5 cm nelle donne) di età compresa tra 25 e 60 anni.

Tutti i soggetti sono stati sottoposti, per 4 settimane totali, a quattro sequenze di trattamento di 7 giorni con dosi crescenti di L. plantarum, da una capsula (cp) al giorno per la prima settimana, fino a 4 cp/die alla IV settimana. Le misure antropometriche, il profilo lipidico sierico e le analisi biochimiche sono state effettuate al basale (giorno 0) e alla fine di ciascun periodo di intervento (giorni 7, 14, 21, 28).

Risultati: Non sono apparsi effetti significativi dell’intervento probiotico sui parametri antropometrici, eccetto che per la circonferenza addominale, che ha mostrato un trend in riduzione (p=0,025).

Per quanto riguarda le analisi biochimiche: i livelli sierici di BA coniugati si sono significativamente ridotti, in risposta all’assunzione di probiotici, con effetto dose-dipendente soprattutto a partire dalla seconda settimana.

Variazioni più precoci si sono verificate per i livelli di colesterolo non-HDL (C-nHDL), i quali hanno mostrato una riduzione a partire dalla prima settimana di intervento (-6,2 [-13,9; 2,9]; p=0,033). Per quanto riguarda la caratterizzazione del C-nHDL, effettuata anche attraverso il dosaggio delle Apolipoproteine, i livelli plasmatici di ApoB100 (sintetizzata principalmente dal fegato e incaricata di trasportare il colesterolo alle cellule) e ApoB48 (marcatore delle particelle di chilomicroni intestinali) erano significativamente diminuiti dopo la prima settimana, e tale riduzione si è mantenuta durante tutto il periodo di intervento. In particolare la riduzione del C-nHDL, era più spiccata nei soggetti con livelli più elevati di LDLc (mediana 144,6 mg/dl), rispetto al gruppo con LDLc minori (mediana 96,5mg/dL)

Per contro i livelli mediani della Lipoproteina(a) non hanno mostrato variazioni significative.

Per quanto riguarda il diametro mediano delle particelle LDL, esso era significativamente più grande alla fine dell’intervento(p=0,036), determinando quindi una riduzione significativa sia del numero di LDL di piccole dimensioni, sin dal 14° giorno di intervento, sia della loro ossidazione (p=0.028).

Anche il fattore di crescita dei fibroblasti plasmatici-19 (FGF-19) ha mostrato un trend decrescente, rispetto ai livelli basali, con una riduzione significativa sia al 14° (p=0,040) che al 28° giorno (p=0,011), parallelamente alla riduzione del LDLc, ma con la differenza che tali mutamenti erano statisticamente significativi nei soggetti con LDLc inferiore a 130 mg/dl.

Per quanto riguarda i parametri metabolici, (insulina, adiponectina, leptina, la resistenza all’insulina (HOMA-IR) e la funzione delle cellule beta pancreatiche (HOMA-β)), la somministrazione dei probiotici ha indotto, alla fine del periodo di Studio, un aumento significativo sia dei livelli plasmatici di adiponectina, che dei valori di HOMA-β, spia di una migliore funzione delle cellule beta pancreatiche.

Discussione: La riduzione di colesterolo non HDL misurata dalla Studio risulta in linea con la Letteratura. Infatti, Ricerche sperimentali, hanno riscontrato la riduzione dell’ossidazione delle LDL da parte di ceppi di Lactobacillus sia su topi obesi, che in vitro, che su atleti d’Elite i quali mostravano una riduzione dell’ossidazione delle particelle LDL, indotto dall’esercizio fisico.

Altro effetto parallelo prodotto dalla riduzione del LDLc, è la diminuzione del FGF19. Esso [2] è un membro di una superfamiglia di fattori di crescita, che regolano lo sviluppo embrionale; tuttavia, nell’adulto, l’espressione di FGF19 si limita all’intestino, al fegato e alla colecisti e la sua azione è influenzato dalla dieta e collegato all’omeostasi degli acidi biliari, al metabolismo del glucosio e dei lipidi. Infatti il FGF19, dopo un pasto, aumenta transitoriamente per circa 3 ore e diminuisce nel tempo durante il digiuno, dimostrando, su modelli animali, come i topi obesi, la capacità di ridurre i livelli di glucosio nonché quella di prevenire l’atrofia muscolare e aumentare l’ipertrofia nel muscolo scheletrico durante il digiuno [3].

In questo Studio [1], inoltre, la somministrazione di L.plantarum, ha prodotto un aumento significativo dell’Adiponectina, secreto principalmente dagli adipociti, la quale, nei soggetti con un background infiammatorio più marcato, ha messo in evidenza un significativo trend decrescente per l’interleuchina IL-6.  L’Adiponectina, infatti, stimola l’ossidazione degli acidi grassi nel muscolo scheletrico, inibisce la produzione di glucosio nel fegato, con conseguente miglioramento dell’omeostasi energetica del corpo ed effetti insulino-sensibilizzanti, antiaterogenici e antinfiammatori [4].

Considerazioni e Conclusioni: Tale Studio, nonostante abbia diverse limitazioni, come una numerosità del campione esigua e la mancanza di un gruppo controllo, ha il merito di evidenziare 3 cose principali:

  1. L’effetto inibente del ceppo batterico in esame (Lactiplantibacillus plantarum) sulla circolazione enteroepatica degli acidi biliari,
  2. La conseguente riduzione del Colesterolo LDL e della sua vulnerabilità all’ossidazione, attività maggiormente evidente nel gruppo di persone con un maggiore colesterolo LDL di partenza, quasi a indicare un maggior equilibrio dell’assetto lipidico nei soggetti a minor contenuto di c-LDL.
  3. La riduzione significativa della circonferenza addominale e, di conseguenza, il miglioramento del profilo metabolico. Infatti la popolazione in Studio presenta una aumentata circonferenza addominale, significativa per sospetta “sindrome metabolica”, e di conseguenza per un maggior profilo di rischio Cardiovascolare.

Non è naturalmente noto se l’effetto biologico prodotto dai Lattobacilli si possa sommare ad altri inibitori dell’assorbimento intestinale del Colesterolo, cooperando con questi, e con gli altri farmaci ipolipemizzanti, a ridurre il rischio Cardiovascolare e a migliorare il profilo metabolico.

Ulteriori Studi, con numerosità di campione maggiore e un gruppo di controllo, saranno necessari.

Bibliografia:

  1. T Padro, V de Santisteban, P HuedoM PuntesM AguilóJ Espadaler-MazoL Badimon: Lactiplantibacillus plantarum strains KABP011, KABP012 and KABP013 modulate bile acids and cholesterol metabolism in humans. Cardiovasc Res. 2024 Mar 25:cvae061.  doi: 10.1093/cvr/cvae061. Online ahead of print.
  2. Greg GuthrieCaitlin VonderoheDouglas Burrin: Fibroblast growth factor 15/19 expression, regulation, and function: An overview. Mol Cell Endocrinol. 2022 May 15:548:111617.
  3. Bérengère BenoitEmmanuelle MeugnierMartina CastelliStéphanie ChanonAurélie Vieille-MarchisetChristine DurandNadia BendridiSandra PesentiPierre-Axel MonternierAnne-Cécile DurieuxDamien FreyssenetJennifer RieussetEtienne LefaiHubert VidalJérôme Ruzzin: Fibroblast growth factor 19 regulates skeletal muscle mass and ameliorates muscle wasting in mice. Nat Med. 2017 Aug;23(8):990-996.
  4. Han FangRobert L Judd: Adiponectin Regulation and Function. Compr Physiol. 2018 Jun 18;8(3):1031-1063.