Il vaccino riduce le complicanze cardiovascolari del COVID
di Filippo Stazi
20 Settembre 2022

La vaccinazione anti COVID riduce il rischio di complicanze cardiovascolari (infarto miocardico e stroke ischemico) a distanza. Questo, almeno, è quanto emerge da uno studio coreano recentemente pubblicato (1).

E’ noto che il vaccino è in grado di mitigare la severità clinica dell’infezione da COVID-19 ma finora non erano disponibili dati sulla capacità o meno della vaccinazione di ridurre anche le complicanze cardiovascolari nei soggetti che sviluppano un’infezione da COVID-19 nonostante un ciclo vaccinale completo. Per colmare tale lacuna Kim e collaboratori hanno analizzato retrospettivamente un’ampia coorte di 592.719 pazienti del proprio paese, affetti da COVID nel periodo da luglio 2020 a dicembre 2021, comparando l’incidenza di infarto e stroke dopo l’infezione nei soggetti non vaccinati e in quelli con due dosi di immunizzazione. Nello studio erano inclusi tutti i soggetti con più di 18 anni, anche se asintomatici. Ne erano invece esclusi: 1) quelli che avevano avuto un evento cardiovascolare nei 3 mesi antecedenti l’infezione, 2) quelli con reinfezione, 3) quelli in cui l’ospedalizzazione dovuta al COVID si protraeva per più di 30 giorni, 4) coloro che avevano ricevuto una sola dose di vaccino e, infine, 5) chi sviluppava l’infezione nelle due settimane a cavallo della seconda dose. L’end point primario dello studio era un composito di ospedalizzazione per infarto e stroke verificantesi tra il trentunesimo ed il centoventesimo giorno successivo alla diagnosi di infezione da COVID. Gli end points secondari erano le due voci di infarto e stroke considerate singolarmente.

Dal totale della popolazione iniziale sono stati inclusi nello studio 231.037 soggetti, 62.727 dei quali non vaccinati e 168.310 con ciclo completato. Quest’ultimo gruppo era complessivamente più anziano (età media 57 anni vs 42 anni dei non vaccinati) e con più comorbidità ma presentava una minore frequenza di forme severe o critiche della malattia. Il follow up mediano era di 90 giorni nei non vaccinati e di 84 giorni negli altri.

L’end point primario si è manifestato in 31 soggetti non vaccinati e in 74 pazienti con ciclo vaccinale completo, con un’incidenza, rispettivamente, di 6,18 vs 5,49 per 1.000.000 persone per giorno. Il rischio aggiustato era significativamente inferiore nei vaccinati con HR 0,42. Il rischio nei soggetti vaccinati si confermava inferiore anche considerando singolarmente sia l’infarto (HR 0,48) che lo stroke (HR 0,40). La riduzione del rischio si confermava in tutti i sottogruppi dei soggetti vaccinati, compresi quelli con le forme più gravi di malattia, anche se in alcuni di essi non raggiungeva la significatività statistica.

I risultati dello studio, quindi, mostrano che la vaccinazione anti COVID-19 è in grado di ridurre le complicanze cardiovascolari tardive dell’infezione e supportano ulteriormente l’impiego del vaccino anche e soprattutto nei soggetti con un elevato profilo di rischio cardiovascolare.

Bibliografia

  1. Kim YE, Huh K, Park YJ et al. Association between vaccination and acute myocardial infarction and ischemic stroke after COVID-19 infection. JAMA Published online July 22, 2022