L’universo delle donne è diverso anche per quello che riguarda la cardiopatia ischemica, come si è già più volte sottolineato.
Sappiamo che responsabili dell’ostruzione di vasi sanguigni, di tutti i vasi, quelli del cuore, le arterie coronarie, come quelli del cervello, sono le “placche aterosclerotiche”, ossia la deposizione all’interno dei vasi di materiale che impedisce parzialmente o totalmente il passaggio del sangue. L’occlusione del vaso è la causa dell’infarto o dell’ictus.
Ebbene la distribuzione delle placche è diversa nelle donne. Dallo studio dell’albero coronarico (ossia di tutti i vasi del cuore che si diramano dalle arterie più grandi, proprio come i rami di un albero), con la coronarografia, si è potuto vedere che le donne hanno placche più diffuse, magari “meno occludenti”, ma che sono comunque causa di un elevato rischio cardiovascolare. Queste placche non ostruttive possono essere comunque causa di sintomi e sono state fino ad oggi studiate con test provocativi. Tipico esempio è la prova da sforzo, ossia il monitoraggio di cosa accade al cuore, per il tramite dell’elettrocardiogramma, durante uno sforzo fisico come pedalare su una bicicletta o camminare su un tapis roulant. La prova da sforzo o test ergometrico viene condotta secondo un preciso protocollo che ne definisce la durata, il grado dello sforzo, i criteri di positività o negatività. Oggi si è consapevoli che alcuni di questi criteri sono stati “tarati” sugli uomini e che invece nelle donne occorrono test – vista la malattia aterosclerotica “più diffusa” e “meno occludente” – in grado di mettere in evidenza la malattia dei piccoli vasi e non solo quella ostruttiva dei vasi più grandi.
Un altro aspetto importante nella differenza tra uomini e donne riguarda il profilo lipidico, ossia i valori di colesterolo totale, HDL – quello “buono” -, LDL e trigliceridi. Recenti evidenze sottolineano che nelle donne, bassi valori di HDL ed elevati valori di trigliceridi, sono particolarmente dannosi. L’implicazione terapeutica di questa osservazione è rappresentata non solo dalla possibilità di cambiare farmaco ipocolesterolemizzante (statine) se i valori di HDL e trigliceridi non sono migliorati, ma anche dalla necessità di prestare una particolare attenzione alle modifiche dello stile di vita, così come raccomandano le linee guida dell’American Heart Association (Circulation 2007; 115: 1480-501).
“LINEE GUIDA PER LA PREVENZIONE DELLA MALATTIA CARDIOVASCOLARE NELLE DONNE: MODIFICA DELLO STILE DI VITA: INTERVENTI DI CLASSE I”
(ossia i più importanti ndr)
- Cessazione del fumo
- Attività fisica :
30 minuti di attività ad intensità moderata la maggior parte (preferibilmente tutti i giorni) della settimana - Dieta:
ricca in vegetali, frutta e alimenti ad alto contenuto di fibre;
pesce due volte a settimana;
alcool massimo un bicchiere al giorno;
sodio < 2-3 gr al giorno (≈ 1 cucchiaino da te al giorno);
grassi saturi < 10% delle calorie totali. - Peso:
Body Mass Index compreso tra 18,5 e 24,9 kg/m2 (si ottiene dividendo il peso corporeo in kg per il quadrato della statura in metri);
Circonferenza vita < 88 cm.
Fonte . Sharonne N. Hayes, Paula A. Johnson, Ileana L. Piña, JoAnn E. Manson. All about Eve: Unique Aspects of CVD in Women
Antonella Labellarte
Cardiologa
Ospedale S. Eugenio, Roma