Numerosi sono gli sforzi degli esperti e degli operatori della rianimazione volti a ridurre la mortalità e le disabilità conseguenti ad un arresto cardiaco. A questo scopo periodicamente vengono pubblicate delle linee guida che contengono i consigli degli esperti per l’esecuzione della rianimazione cardiopolmonare (RCP) nella maniera più efficace possibile. Le ultime linee guida dell’American Heart Association per la RCP sono state pubblicate nel 2010 e riassumono il “consenso internazionale ottenuto in un processo che ha coinvolto 365 esperti di rianimazione provenienti da 29 paesi che hanno analizzato e discusso migliaia di studi “.
Lo sforzo è quello di spiegare procedure semplici e riproducibili che possano garantire l’avvio della rianimazione cardiopolmonare nei primi minuti da parte di testimoni di un arresto cardiaco nell’attesa che arrivi personale qualificato e sia disponibile un defibrillatore. Purtroppo, infatti, solo in una minoranza degli arresti cardiaci che si verificano fuori dall’ospedale, stimata intorno al 31%,la RCP viene iniziata da un soccorritore occasionale testimone dell’evento e la sopravvivenza globale per gli arresti cardiaci non traumatici è pari solo a circa l’8%. In uno studio europeo su 851 pazienti in cui si era verificato un arresto extra ospedaliero 213 sono stati ricoverati nelle unità di terapia intensiva, solo 84 sono stati dimessi e tra questi circa il 20% con severa compromissione neurologica.

Nelle linee guida AHA 2010 particolare enfasi è posta sul massaggio cardiaco (con delle modifiche rispetto alle precedenti linee guida 2005) che, se ben fatto, assicura la circolazione del sangue e la perfusione cerebrale. Lo scopo di una rianimazione polmonare ben condotta infatti è l’immediato supporto delle funzioni vitali di base (BLS Basic Life Support) e di evitare l’anossia che causa rapidamente danni irreversibili.
Il massaggio cardiaco, ossia delle compressioni forti e rapide al centro del torace, viene privilegiato rispetto alle ventilazioni di soccorso, e rappresenta la prima manovra da effettuare che ha dimostrato migliorare la sopravvivenza.

Ma, come si diceva, forse non tutti sanno che..il massaggio cardiaco ha quasi 63 anni. Il 9 luglio del 1960 , infatti, sul Journal of American Medical Association, comparve un articolo ad opera di Kouwenhoven, Jude e Knickerbocker del John Hopkins Hospital di Baltimora che riportarono per la prima volta i risultati di compressioni effettuate a torace chiuso: su 20 pazienti ricoverati, vittime di un arresto cardiaco, ne avevano “risuscitati” con successo 14. La scoperta, come talvolta accade, può essere ritenuta casuale, ma senz’altro tutti siamo debitori all’osservazione del dottor Knickerbocker, assistente in chirurgia, che mentre compiva degli studi sulla defibrillazione nei cani, vide che il solo posizionamento degli elettrodi causava un aumento della pressione arteriosa femorale. Questa osservazione fece sviluppare l’idea che la circolazione poteva essere mantenuta artificialmente con il massaggio cardiaco. Fu una scoperta rivoluzionaria: non occorreva più “aprire il torace” per un massaggio cardiaco diretto ma, e qui citiamo le testuali parole scritte nell’articolo del 1960, “…chiunque e dovunque può avviare le procedure di rianimazione. Tutto ciò che occorre sono due mani.”
Citiamo qui di seguito le caratteristiche di un massaggio cardiaco efficace rimandando alle pubblicazioni nelle fonti per l’approfondimento.
Enfasi sulla RCP di alta qualità
Le Linee guida AHA 2010 per RCP ed ECC ancora una volta sottolineano l’esigenza di una RCP di alta qualità, che offra:
- Una frequenza minima di 100 compressioni al minuto
- Una profondità di compressione di almeno 5 cm negli adulti e di almeno un terzo del diametro antero-posteriore del torace nei lattanti e nei bambini [circa 4 cm nei lattanti e 5 cm nei bambini].
- Retrazione toracica completa dopo ogni compressione
- Riduzione al minimo delle interruzioni nelle compressioni toraciche
- Eliminazione della ventilazione eccessiva
“Anyone, anywhere can now initiate cardiac resuscitative procedures. All that is needed is two hands”
Era l’inizio della moderna rianimazione cardiopolmonare.
Fonti
Kouwenhoven WB, Jude JR, Knickerbocker GG. Closed-chest cardiac massage. JAMA, 1960; 173, 1064-1067
Eisenberg MS, Psaty BM. Cardiopulmonary resuscitation. Celebration and challenges. JAMA 2010; 304, 87-88
Sintesi delle linee guida del 2010 dell’American Heart Association per RCP ed ECC
Antonella Labellarte
Cardiologa
Ospedale S. Eugenio, Roma