Durante la fase iniziale dell’infarto miocardico possono insorgere gravi disturbi del ritmo quali la tachicardia ventricolare e la fibrillazione ventricolare che compromettono la funzione di pompa del cuore. La fibrillazione ventricolare porta a morte l’ammalato in pochissimi minuti perché le cellule miocardiche si contraggono in modo incoordinato, ognuna per suo conto, non si ha più la sistole, la gettata sistolica cade a zero e la circolazione del sangue, senza l’impulso cardiaco, si arresta.
Il problema più urgente in questo caso è mantenere la circolazione mediante il massaggio cardiaco esterno che viene praticato con la compressione energica e ritmata del torace in corrispondenza dello sterno in modo che questo si abbassi di due-tre centimetri. Dopo la compressione, che deve essere fatta con entrambe le mani, si attende che il torace si risollevi quindi si pratica una nuova compressione ad intervalli di uno-due secondi.
L’ammalato deve essere supino su un piano rigido; se al momento dell’attacco è in letto deve essere adagiato sul pavimento.
L’operazione deve essere proseguita finché il battito cardiaco non riprende oppure fino a quando non arriva il personale medico e paramedico . Poiché all’arresto cardiaco corrisponde l’arresto della respirazione, contemporaneamente al massaggio cardiaco deve essere accertato che le vie aeree non siano ostruite da materiale estraneo. La respirazione artificiale, può essere necessaria anche se oggi raramente viene fatta bocca a bocca.
Chiunque può eseguire queste manovre di rianimazione che spesso possono salvare l’ammalato.
Un errore che può avere conseguenze irreparabili è quello di portare l’ammalato in ospedale anziché fare il massaggio cardiaco: il trasporto deve essere fatto solo se c’è un mezzo che consenta di proseguire le manovre di rianimazione.
Se l’arresto della circolazione dura più di quattro minuti il cervello subisce danni irreversibili e gli ulteriori soccorsi saranno pertanto inutili. L’arresto cardiaco si manifesta con la perdita della coscienza, rotazione degli occhi verso l’alto, comparsa di tremori diffusi, perdita di urine e di feci, cianosi, cioè colorito violaceo delle mucose e della cute.
Questi segni si possono ritrovare anche in altre situazioni quali ad esempio le crisi epilettiche, per cui, prima di praticare il massaggio cardiaco, è opportuno accertarsi che il polso sia scomparso e che, appoggiando l’orecchio al torace, non si senta il battito del cuore.
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