I battiti del cuore
di Comitato Scientifico del C.L.I.

Normalmente il numero delle contrazioni del cuore è di 72 al minuto: se supera 100 si ha tachicardia, se scende al di sotto di 50 bradicardia. La tachicardia è normale dopo uno sforzo o dopo un’emozione, in altri casi può essere un segno di malattia non obbligatoriamente cardiaca. La febbre, ad esempio, e l’ipertiroidismo, causano tachicardia. Anche la bradicardia può essere un evento fisiologico, spesso osservato negli atleti che praticano sport di resistenza quali i ciclisti. Le contrazioni si susseguono con regolarità: il numero dei battiti per minuto e l’intervallo fra un battito e l’altro sono sempre uguali. Se gli intervalli sono irregolari si ha l’aritmia. Esistono molti tipi di aritmia, alcuni del tutto privi di pericolosità, altri possono essere un segno di malattia del cuore.

Quando il cuore si contrae ed espelle in aorta il sangue contenuto nel ventricolo sinistro, la struttura elastica dell’arteria viene distesa. Si origina così un’onda pulsante che percorre, ad ogni sistole, tutto il sistema arterioso, dal centro alla periferia (onda sfigmica).
Se appoggiamo i polpastrelli delle dita di una mano nei punti in cui un’arteria decorre superficialmente, subito al di sotto del rivestimento cutaneo (polso, collo, tempie, ecc.), si apprezza con facilità l’espansione del vaso provocato dal passaggio dell’onda pulsante. Contando il numero di impulsi percepiti in un minuto si ottiene il numero dei battiti cardiaci avvenuti in quello stesso periodo di tempo: si risale, così, alla “frequenza cardiaca” al minuto.
La frequenza cardiaca nell’uomo è un po’ inferiore a quella della donna e varia con lo sviluppo. Nel feto di cinque mesi i battiti sono circa 155 al minuto, in quello di nove mesi circa 146. In media iI neonato ha 130 pulsazioni al minuto, il bambino di un anno 110, quello di cinque 98.
A dieci anni la frequenza cardiaca è di 90, nell’adulto è, in media, di 72.

La frequenza cardiaca è elevata negli animali di piccola taglia e bassa in quelli di grandi dimensioni: quanto più grande è l’animale tanto più bassa è la frequenza.
L’elefante pesa duemila chilogrammi e il suo cuore ha 40 battiti al minuto; il cavallo pesa trecentocinquanta chilogrammi e ne ha 55, un cane di sei chili ne ha 120, il coniglio 200, il topolino, che pesa un etto, ne ha 650.
La frequenza cardiaca degli animali può variare grandemente da una circostanza all’altra: il delfino quando è in superficie ha 160 pulsazioni al minuto, in immersione 50.
Il fenomeno è ancora più evidente nella foca; 100 battiti sulla banchisa, 10 sott’acqua. La frequenza cardiaca del pipistrello che normalmente è di 650, scende a 30 durante l’ibernazione. Nella rana varia in rapporto con la temperatura ambiente: a 5°C è di 11 battiti al minuto, a 15°C sale a 18, a 25°C diviene di 24, a 35°C di 34.