Siamo in tempi di crisi, ogni giorno si scopre che è stata istituita una nuova tassa e siamo tutti un po’ scottati dall’argomento.
Ma in Francia, ormai già dall’estate passata il primo ministro Francois Fillon ha deciso di colpire con l’aumento dell’imposizione fiscale le bibite gassate, sia le più note, quelle dei marchi internazionali per intenderci, sia l’aranciata nazionale. Una tassa con un duplice scopo, si sostiene, quello di far bene alle casse nazionali e quello di far bene alla salute.

Le bevande gassate, infatti, con zucchero aggiunto, sono da porre in relazione con la comparsa di obesità, diabete mellito di tipo 2, sindrome metabolica. Vi sono studi, inoltre, in cui è stato dimostrato che una riduzione a metà dell’introito giornaliero di bibite zuccherate ha comportato una riduzione di 1.8 mmHg per la pressione sistolica e di 1.1 mmHg per la pressione diastolica (Circulation 2010). Cosa di non poco conto visto che una riduzione di 3 punti dei valori sistolici riduce il rischio di morte per ictus dell’ 8% e per eventi cardiaci del 5%.

La nuova imposizione fiscale può considerarsi in linea con i già noti e tradizionali aumenti delle tasse su sigarette e alcoolici.
Il governo francese sembrerebbe ora deciso con questo provvedimento ad affrontare il problema obesità, la vera pandemia dei paesi sviluppati, visto che il numero degli obesi nella popolazione francese è quasi raddoppiata a partire dal 1997. L’aumento delle tasse su bibite a così alto consumo ne scoraggerebbe l’utilizzo, favorendo comportamenti alimentari più corretti.
L’idea, che ha il gran pregio di contribuire al risanamento dei conti, non è “trovata” dei politici francesi, ma rispecchia le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. E Kelly Brownell, PhD, Direttore del Rudd Center for Food Policy and Obesity alla Yale University, New Haven, già da molto tempo sostiene che la lista degli studi che documentano l’impatto negativo sulla salute delle bibite zuccherate è lunga e che bisogna fare qualcosa… persino mettere una tassa sulle bevande!
Anche la nostra Unione Nazionale Consumatori ha dichiarato “auspicabile tassare quei prodotti alimentari il cui consumo andrebbe moderato per evitare che, a lungo andare, siano causa di pregiudizio per la salute“.
Antonella Labellarte
Cardiologa
Ospedale S. Eugenio, Roma