La Vasaloppet è la più antica, più lunga e più grande e partecipata gara di sci di fondo del mondo. Si svolge ogni anno in Svezia nella regione di Dalarna, su un percorso di 90 km. Ogni anno più di 40.000 persone tentano di iscriversi ad una gara che ha a disposizione 15.800 posti. Inutile dire che per la prossima competizione, che si terrà in marzo 2015, le iscrizioni sono già chiuse. Il percorso vuole ricordare il tragitto che compì sugli sci nel 1520 il nobile Gustav Ericcson Vasa nel tentativo di fuggire verso la Norvegia. Nel 1523 poi Gustav Vasa, a capo della rivolta contro il danese Cristiano II, divenne Re della Svezia.
Ebbene i partecipanti di questa grande maratona sciistica sono stati oggetto di uno studio condotto dal dr. Kasper Andersen cardiologo dell’Università di Uppsala. Lo studio ha incluso 52.755 sciatori che hanno completato la Vasaloppet nel periodo compreso tra il 1989 e il 1998 e li ha seguiti fino al 2005. Durante questo periodo di follow-up 919 partecipanti (1.74%) hanno sperimentato una qualche forma di aritmia.
L’aritmia più frequente è stata la fibrillazione atriale, comparsa in 681 sciatori. Dopo aggiustamento per età, occupazione, grado di istruzione, il dato ottenuto è stato un aumento del 29% di rischio di FA tra gli sciatori che avevano completato 5 o più gare rispetto a coloro i quali ne avevano completato una sola; l’incidenza di FA è risultata del 20% più alta in quelli che avevano concluso la gara con i tempi migliori se paragonati ai più “lenti” (il “risultato” è già di per sé completare una gara così!), ma il dato non ha raggiunto la significatività statistica.
Le bradi aritmie sono comparse in 119 atleti. Dopo aggiustamento per età, occupazione, grado di istruzione, il rischio è risultato più che raddoppiato (aumento del 110%) negli sciatori che avevano completato 5 o più gare rispetto a coloro i quali ne avevano completato una sola; anche in questo caso è stata rilevata una tendenza ad un incremento del rischio negli sciatori che avevano i migliori tempi di gara.
Lo studio ha rilevato negli atleti che hanno completato 5 o più gare nell’arco di 10 anni un aumento del 30% di rischio di comparsa di un’aritmia rispetto ai partecipanti ad una sola manifestazione e, allo stesso modo, per quelli con le prestazioni migliori è stato registrato un aumento del 30% del rischio di sviluppare un’aritmia negli anni successivi.
Il lavoro è stato pubblicato nel 2013 sulla rivista cardiologica European Heart Journal. E’ il primo studio ad aver analizzato una coorte così ampia di atleti impegnati in sport di endurance e gli effetti che questi sport hanno sui disturbi del ritmo cardiaco. In realtà i partecipanti a questa competizione hanno una mortalità che risulta addirittura dimezzata rispetto a quella della popolazione generale.
I partecipanti alla Vasaloppet, ovviamente, occupano gran parte del proprio tempo libero in attività fisica, ma, oltre a questo, fumano meno, seguono una dieta a più basso contenuto di grassi e ricca in fibre, hanno una condizione fisica e mentale migliore rispetto alla popolazione generale. Sono questi i dati che gli autori descrivono. Il solo “considerare” di partecipare alla grande competizione della Vasaloppet, indipendentemente dal training necessario per completare la più lunga gara di sci di fondo, è evidentemente un marker di un certo stile di vita e senz’altro di individui in buona salute.
Per chi volesse partecipare sono ancora aperte le iscrizioni alle altre gare che si terranno in Svezia nella settimana della “grande” Vasaloppet …
Fonte:
Andersen K, Farahmand B, Ahibom A, Held C , Ljunghall S, Michaelsson K, Sundstrom J.
Risk of arrhythmias in 52.755 long-distance cross-country skiers: a Cohort Study.
Eur Heart J 2013; 34: 3624-3631
Antonella Labellarte
Cardiologa
Ospedale S. Eugenio, Roma