Forse non tutti sanno che… fare colazione
di Antonella Labellarte
18 Marzo 2014

Sebbene si sostenga comunemente che “…la colazione è il pasto più importante della giornata” non esistono raccomandazioni scientifiche evidence-based, come dicono gli anglosassoni, ossia giustificate dall’evidenza, volte ad indicare agli adulti il numero di pasti, l’orario, il consumo di snacks, in termini di vantaggio per la salute.

A dire il vero nel 2010 (2010 Dietary Guidelines for Americans) la colazione è stata raccomandata ai bambini, mentre viene segnalato che, pur essendo stati studiati i comportamenti alimentari, non era disponibile alcuna evidenza che giustificasse un analogo suggerimento per la popolazione adulta. La Nationwide Food Consumption Survey condotta dal 1965 al 1991 ha riportato una riduzione nel consumo della colazione dall’86% nel 1965 al 75% nel 1991. Questa variazione nelle abitudini alimentari potrebbe avere delle conseguenze visto che in piccoli studi prospettici l’abitudine di saltare dei pasti è risultata associata a diversi fattori di rischio cardiometabolico quali l’incremento del peso corporeo, l’ipertensione arteriosa, l’insulino resistenza e l’aumento dei livelli dei lipidi nel sangue.

Un gruppo di studiosi si è preso quindi la briga di valutare se le diverse abitudini alimentari, fossero correlate con un aumento del rischio di malattia ischemica del cuore.

Il lavoro è pubblicato nel 2013 sulla prestigiosa rivista cardiologica Circulation. Si tratta di un’ampia analisi prospettica di abitudini alimentari e cardiopatia ischemica (definita come infarto acuto del miocardio fatale e non fatale) condotta su una coorte di 26.902 maschi americani dentisti, optometristi, veterinari, farmacisti, osteopati seguiti per ben 16 anni!
Erano parte dell’Health Professionals Follow-up Study i 26.902 arruolati non affetti da cardiopatia ischemica né da cancro.

Ebbene, effettuate le correzioni per fattori demografici, dietetici e stili di vita è risultato che coloro i quali saltavano la colazione, indipendentemente dalla dieta, quindi, avevano un rischio aumentato di cardiopatia ischemica.
Nessuna associazione è stata invece rilevata in questo studio tra numero di pasti o snack al giorno e cardiopatia ischemica a differenza di quanto rilevato in una precedente metanalisi di 8 studi. Valutato l’impatto delle abitudini alimentari, indipendentemente da restrizioni caloriche, e fattori di rischio cardiovascolare essa aveva concluso che l’assunzione in un solo pasto di tutto il fabbisogno energetico era associato ad un aumento del colesterolo LDL, dei trigliceridi, dell’apoproteina B e dei valori di pressione arteriosa.

Nella discussione gli autori analizzano numerosi fattori che possono essere responsabili dei risultati dello studio: che l’abitudine a fare colazione possa essere un marker di un certo stile di vita, del consumo di cibi più salutari come cereali ricchi di fibre, che possa avere un ruolo il ritmo circadiano, ma quel che è certo che corretti alcuni fattori rimane il dato, (da confermare nelle donne, ad esempio, visto che si trattava di un campione di soli uomini), del potenziale ruolo protettivo della colazione nella prevenzione degli eventi coronarici.

Fonte:
Leah E. Cahill, PhD; Stephanie E. Chiuve, ScD;Rania A. Mekary, PhD;Majken K. Jensen, PhD; Alan J. Flint, MD, DrPh; Frank B. Hu, MD, PhD;Eric B. Rimm, ScD. Prospective Study of Breakfast Eating and Incident Coronary Heart Disease in a Cohort of Male US Health Professionals. Circulation. 2013; 128: 337-343

 

Antonella Labellarte
Cardiologa
Ospedale S. Eugenio, Roma