FORSE NON TUTTI SANNO CHE… DORMIRE PUÒ RIDURRE IL RISCHIO DI DIABETE?
di Antonella Labellarte
18 Gennaio 2016

Un piccolo studio americano si è preso la briga di analizzare i rapporti tra sonno e rischio di diabete mellito. Cosa ci dicono gli autori?
Gli studiosi suggeriscono che la mancanza di sonno accumulata durante la settimana può essere causa di un incremento dei fattori di rischio per diabete mellito e che, di contro, una buona dormita durante il week end potrebbe permettere non solo di recuperare come tutti istintivamente comprendono, una condizione fisica migliore e ridurre lo stress o il nervosismo, ma anche mitigare il rischio di diabete.

I ricercatori hanno condotto la sperimentazione su un gruppo di 19 giovani volontari sani e osservato che solo 4 notti di deprivazione del sonno si associano a modificazioni nella sensibilità all’insulina. E’ stato poi consentito ai 19 giovani di dormire più a lungo per le sole due notti successive e la sensibilità all’insulina è ritornata nella norma.

L’autrice della ricerca Jousaine Broussard dell’Università di Colorado Boulder, che si è dedicata in particolare allo studio dei rapporti tra sonno e obesità, in realtà afferma molto prudentemente che non vi sia prova che, a lungo termine, recuperare sonno durante il week end possa contrastare gli effetti dannosi del mancato riposo durante la settimana e in particolare prevenire la comparsa di diabete, ma che la sperimentazione condotta mostra un beneficio in tale direzione.

Vediamo un po’ più in dettaglio come è stato condotto l’esperimento, articolato in due fasi.
Ai volontari partecipanti allo studio è stato consentito di dormire 4.5 ore per notte per 4 notti e poi nelle due notti successive di dormire per una durata media di 9.7 ore, oppure, altra fase dello studio, di dormire per 8.5 ore per 4 notti. Dopo le 4 notti di deprivazione dal sonno la sensibilità all’insulina misurata nei volontari si era ridotta del 23%. La stessa misurazione è stata poi effettuata dopo le due notti di recupero e la sensibilità all’insulina era ritornata pari a quella misurata nella parte dell’esperimento in cui i volontari avevano potuto godere di un buon riposo.

Ai partecipanti allo studio è stata somministrata una dieta a calorie controllate per limitare la potenziale interferenza del cibo e delle bevande sui risultati, mentre nel mondo reale accade spesso che le persone che non possono riposare a lungo tendono a mangiare di più.

Sono numerose le osservazioni condotte sinora che mettono in evidenza che i soggetti che dormono poco sono predisposti ad incorrere in numerosi problemi di salute che vanno dall’aumento della pressione arteriosa, alla comparsa di obesità o addirittura di deficit cognitivi. Siamo ancora lontani da prove definitive ma le osservazioni sin qui condotte testimoniano che la deprivazione di sonno contribuisce ad uno scarso controllo dei valori glicemici nei soggetti affetti da diabete mellito di II tipo.

Antonella Labellarte
Cardiologa
Ospedale S. Eugenio, Roma