Settembre 2010, il Dr Nicholas Ossei-Gerning, cardiologo interventista presso l’University Hospital of Wales di Cardiff, per la prima volta inserisce uno stent nell’arteria pudenda interna, il principale dei rami arteriosi che riforniscono l’arteria del pene, allo scopo di trattare la disfunzione erettile del paziente. L’intervento consiste nell’inserire una guida nell’arteria pudenda interna, predilatare il restringimento con un pallone e, successivamente inserire uno stent, così come si fa nelle arterie coronarie. L’intervento è stato eseguito con successo ed il paziente sta tuttora bene.

Oltre ad essere un cardiologo interventista il Dr. Ossei-Gerning segue un ambulatorio clinico per la cura della disfunzione erettile dove vengono selezionati i pazienti in cui hanno fallito le terapie tradizionali. A questo scopo i pazienti vengono sottoposti ad una serie di esami, tra i quali un doppler dei vasi del pene per escludere coloro che hanno una malattia veno-occlusiva e una angiografia con cui si identifica la sede dell’eventuale restringimento e se è trattabile con il posizionamento di uno stent.
Il Dr. Ossei-Gerning ha pensato di mettere a punto la procedura dopo aver osservato, in un piccolo studio condotto tra i suoi pazienti cardiologici, un’incidenza pari a circa il 60% di problemi di disfunzione erettile.
La presenza di severa disfunzione erettile è considerata un marker di aterosclerosi diffusa: come già spiegato più volte la malattia aterosclerotica è una malattia sistemica, può causare ostruzione dei vasi del cuore ed essere responsabile di un attacco cardiaco, oppure dei vasi cerebrali ed essere causa di un ictus, oppure dei vasi periferici.
La presenza di severa disfunzione erettile va indagata nei pazienti affetti dalla malattia aterosclerotica perché non è facile che ne parlino spontaneamente, ma ne peggiora la prognosi. D’altro canto i fattori di rischio cardiovascolare vanno attentamente ricercati nei pazienti che hanno problemi di disfunzione, per cui all’ambulatorio del dr. Ossei-Gerning afferiscono pazienti inviati da urologi, diabetologi, chirurghi vascolari, medici di medicina generale.

Le linee guida della Associazione Europea di Urologia raccomandano come prima linea di trattamento per la disfunzione erettile l’utilizzo d inibitori della 5 fosfodiesterasi, sildenafil, tadalafil e vardenafil. Per i pazienti in cui tale terapia non risulta efficace o nei quali questa classe di farmaci sono controindicati, si raccomanda la somministrazione intrauretrale di alprostadil, le iniezioni intracarvernose di prostaglandine, il presidio vacuum o l’impianto di una protesi peniena.
La grande maggioranza dei pazienti hanno buoni risultati con le terapie standard per cui non vi è attualmente grande spazio per modalità alternative. Ma il Dr. Ossei-Gerning ritiene che l’ impianto di uno stent, se fattibile, vada offerto come soluzione prima dell’impianto di una protesi e che, una volta consolidata la metodica, molti pazienti potrebbero sceglierla in alternativa all’assunzione di compresse prima di ogni rapporto sessuale.
Una nuova frontiera per i cardiologi?
Fonte :
Jennifer Taylor. Percutaneous coronary intervention for vascular erectile dysfunction: a new area for cardiologists? Eur Heart J (2011) 32. 2916
Antonella Labellarte
Cardiologa
Ospedale S. Eugenio, Roma