“CULONA” NON E’ UN’ OFFESA, MA QUASI UN COMPLIMENTO (!)
di Eligio Piccolo
01 Agosto 2020

Si sa che le signore sono sempre sensibili agli apprezzamenti estetici e contrariate invece dai deprezzamenti. Non che gli uomini siano da meno, ma costoro cercano di mascherarsi dietro un orgoglioso machismo di facciata. Comunque non è questo il problema trattato in una ricerca del gruppo di Yangbo Sun del Department of Epidemiology dell’Università dello Iowa (JAMA, luglio 2019), dove l’attenzione è tutta per la silouette delle donne dopo la menopausa e si è indagato in particolare il rischio dell’obesità, evidente o nascosta, nei confronti delle malattie cardiovascolari e della mortalità. L’argomento non è certamente nuovo, ma lo diventa perché quegli studiosi dei dati raccolti da ben 40 centri clinici degli USA, hanno valutato anche le signore che riescono a mantenere un peso normale, ossia un indice di massa corporea (IMC) non oltre i 25 (1), nelle quali però la circonferenza in cm a livello dell’ombelico divisa per quella a livello dei glutei dev’essere inferiore a 0.85 (2) onde evitare quel rischio di ammalare.


Il superamento di questo limite, qualunque sia l’IMC, tradisce una tendenza all’accumulo di grasso nella pancia, tipico dei maschi, che, come si sa, corrono per loro natura maggior rischio delle donne. Ricordiamo a questo punto che il maschio obeso aumenta prevalentemente la pancia (obesità androide), mentre la donna amplia il sedere (obesità ginoide), come appare sempre nelle opere di pittori e scultori del Rinascimento. Gli immaginifici napoletani usano bonariamente l’epiteto “’a chiattona”. Un termine che forse avrebbe creato meno imbarazzo e più umorismo alla Cancelliera Angela Merkel, amabile turista del nostro meridione, allorché, dicono, Berlusconi si lasciò scappare “la culona”. Specie se tutti, Lei, Lui e il Gossip, avessero conosciuto i risultati sulle donne dell’Iowa University.
Nei quali, dopo aver seguito per oltre vent’anni 156.624 donne nelle età posteriori alla fine dei cicli, quei ricercatori hanno verificato che: a) le signore normopeso ma con un rapporto girovita/girofianchi e inferiore a 0.85, indicato come “obesità centrale”, il contrario della Cancelliera, avevano maggiore rischio per la salute (malattie cardiovascolari, mortalità precoce); b) il rischio si manteneva uguale anche se variava l’IMC (1); c) il classico calcolo del solo IMC (1), basato sul peso e l’altezza, non definisce né la distribuzione del grasso, né il rischio medico; d) il girovita quindi è determinante per la valutazione del rischio. Rimane ancora in pregiudicato, dicono gli stessi autori, quale sia il tipo di dieta, di attività fisica e di eventuale terapia per ridurre il rischio di quella “obesità centrale”, che predilige la pancia al sedere, ossia con o senza aumento di peso e dell’IMC.
In conclusione, le signore che si affacciano all’età di maggiore attenzione alle rughe e alle “celluliti” varie, che si accompagnino o meno a un aumento di peso, devono valutare da ora in avanti non solo il danno estetico, oggi all’attenzione di molti specialisti medici, chirurghi e odontoiatri, ma anche il rischio di minore salute se il girovita non è ben sottomesso a quello dei fianchi.  Cosa che dalle molte passerelle in TV non appare nella disinvolta Cancelliera, così da considerare la battuta di Berlusconi almeno un mezzo complimento.

(1) IMC (indice di massa corporea) si ottiene calcolando il peso corporeo in kg diviso per il prodotto dell’altezza in centimetri moltiplicata per sé stessa. Esempio: peso di 80 kg diviso per 324 (ottenuto da un’altezza di 180 cm moltiplicata per sé stessa) dà un indice di 24.69, ancora nei limiti normali perché inferiore a 25.

(2)  Esempio di rapporto fra girovita/girofianchi: circonferenza a livello dell’ombelico 103 cm divisa per circonferenza alle natiche di 120 cm dà un indice di 0.85, limite normale, sotto il quale si definisce “obesità centrale”, indicativa di rischio per malattie cardiovascolari e mortalità.

Eligio Piccolo
Cardiologo