CORRI PER LA TUA VITA
di Ivan Battista
29 Marzo 2013

Io sono un bipede H.S.S., V.M. M 173, A. N, “modello” C. M. (Homo Sapiens Sapiens, Variante Mitocondriale M 173, Aplotipo N, “modello” Cro Magnon) e la natura non mi ha selezionato per stare seduto, ma per camminare eretto e per correre all’occorrenza. In quanto bipede H.S.S., V.M. M 173, A. N, “modello” C. M., correre per la mia vita è sempre stato fondamentale.

Lo sviluppo della tecnologia ha permesso delle condizioni di vita migliori rispetto ai primordi, non c’è dubbio, ma la sua velocità d’innovazione, specie in quest’ultimo periodo, è stata così rapida che non ha concesso a noi H.S.S., che pure l’abbiamo innescata, di adattarci al meglio.

Passiamo, perciò, molto del nostro tempo seduti e fermi piuttosto che in piedi e in movimento. Questo non è corretto ed è spesso origine di alcune nostre patologie che da generiche e leggere possono diventare sempre più specifiche e gravi.

Ora, se è vero che camminare o correre possono essere presupposti di base per il mantenimento di un buono stato di salute, è vero che non sempre è così, specialmente quando alcune condizioni base del nostro fisico sono fuori controllo.

Il peso, ad esempio, è essenziale. Se la nostra massa corporea, grassa e muscolare, è sproporzionata rispetto alla nostra altezza, cioè se siamo sovrappeso (sia muscolarmente che in termini di grasso) rispetto alle nostre coordinate fisiche, correndo rischiamo di peggiorare la nostra salute piuttosto che migliorarla.

Quindi, sia camminare molto che correre molto quando si pesa troppo non va bene, soprattutto per le anche, le ginocchia e le caviglie. Tutto l’apparato muscolo-scheletrico nonché quello cardiovascolare possono risentirne. In gioventù sono stato un ottimo atleta e so per esperienza che, quando si è in sovrappeso e fuori allenamento, la cosa migliore da fare, se si vuole riacquisire una forma fisica in maniera non dannosa, è quella di “risvegliare il corpo” progressivamente. Dobbiamo accostarci, perciò, all’attività fisica con molta gradualità e in modo dolce e crescente.

Purtroppo, in molte trasmissioni televisive ed anche in alcuni articoli vediamo e leggiamo delle vere e proprie castronerie; la cosa più grave è che sono affermate da personaggi che dovrebbero essere preparati e qualificati e, invece, dimostrano tutta la loro incompetenza. Ogni volta che torno in palestra dopo un periodo più o meno lungo di inattività e con qualche chiletto di troppo, il mio preparatore atletico, che è un tipo molto competente, mi mette sul tappeto ruotante e mi ordina di camminare a passo regolare, né troppo sostenuto né troppo lento. Per bruciare i grassi, in vero, non è necessario correre (la corsa in quanto attività molto aerobica tende a metabolizzare subito i glucidi), quanto, piuttosto, prodursi in un’attività aerobica cadenzata e non esagerata. Dopo i primi 50 minuti di una camminata a passo cadenzato si cominciano a bruciare i lipidi. Per scendere di peso, dunque, dobbiamo mettere nel conto un certo periodo di tempo e due ingredienti fondamentali: la costanza e la pazienza. La fretta di dimagrire, in questi casi, è una cattiva consigliera.

Una volta raggiunto il peso forma, con camminate al tappeto ruotante o nel parco, con la cyclette o con la bici e con un intelligente regime alimentare, si può cominciare a pensare di passare alla corsa. Il cosiddetto jogging o footing è un’attività che, se svolta in modo controllato e corretto, può dare ottimi risultati rispetto alla nostra forma psico-fisica. Psicologicamente, l’attività aerobica medio-intensa libera una quantità di sostanze cerebrali tra cui le endorfine (degli oppiacei endogeni che hanno la stessa struttura molecolare della morfina) oltre che la serotonina (ormone della serenità), la dopamina (ormone della gioia/euforia) e le catecolamine (ormoni dell’eccitazione) e, quindi, è utile per combattere alcuni stati psicologici depressivi e per raggiungere e mantenere un umore buono e stabile. Un motto recente, e chiarificatore, degli Statunitensi è: “O Adidas o depressione”..!

Fisicamente, il movimento giusto e non esagerato permette al metabolismo di stabilizzarsi su regimi ottimali e riduce moderatamente i livelli di pressione arteriosa e il rischio di diabete.

Correre fa bene, dunque, ma come in tutte le cose non bisogna strafare ed è obbligatorio praticare la corsa solo a determinate condizioni. Sono dell’opinione che lo sport agonistico ed esasperato non faccia bene; e sì che ne ho fatto molto, forse troppo, quando ero giovanotto e, in effetti, oggi ne pago alcune conseguenze. Purtroppo, o per fortuna, dipende dai punti di vista, la categoria H.S.S. oltre ad essere deambulans è anche ludens. Ad ogni modo, come tutte le cose esacerbate, lo sport agonistico ad alti livelli presenta sempre il conto alla fine; ed è, spesso, un conto piuttosto salato; in alcuni rari (per fortuna) casi, addirittura fatale.

Muoversi con intelligenza, soprattutto dopo una certa età, è un’attività vantaggiosa per la salute del cuore, della mente e del resto del corpo, in primis dell’apparato muscolo-scheletrico. Farlo in modo eccessivo (ad esempio: correre più di due maratone nell’arco dell’anno a prescindere dall’età) può rivelarsi un boomerang di una certa pericolosità.

Ivan Battista
Psicologo, psicoterapeuta, docente presso la Scuola Medica Ospedaliera,
Ospedale Santo Spirito, Roma