
Per qualche giorno del mese passato il giocatore Antonio Cassano occupava gli spazi televisivi dei telegiornali non per le proprie prodezze calcistiche, ma per i bollettini medici che di ora in ora informavano sulla sua salute.
In prossimità di una partita sembra che il giocatore abbia avuto sintomi di confusione mentale e comunque segni di una compromissione neurologica, regrediti rapidamente e senza lasciare alcun reliquato. E’ quello che tecnicamente viene chiamato un attacco ischemico cerebrale transitorio, spesso abbreviato con la sigla anglosassone T.I.A. Questo sintomo è proprio di chi soffre per una malattia cardiovascolare e l’ipertensione, l’ipercolesterolemia, il diabete, la fibrillazione atriale, possono essere cause importanti di questa compromissione cerebrale, fino alla comparsa di un ictus. Ma nel caso del giovane giocatore un’altra condizione è stata riconosciuta come scatenante. Si tratta sì di un’anomalia del cuore, ma che niente ha a che vedere con le malattie cardiovascolari e con la prevenzione delle stesse con uno stile di vita corretto. E’ stata riconosciuta nel giocatore la presenza di un Forame Ovale Pervio, il P.F.O.
E di cosa si tratta?
Nella vita adulta le due metà del cuore, la sinistra e la destra non comunicano tra loro. Durante la vita fetale, invece, il bambino respira grazie all’ossigeno che gli proviene dalla madre attraverso il circolo placentare ed i suoi polmoni sono inattivi e per questo i due atri , il destro e il sinistro, comunicano tra loro attraverso , appunto, il forame ovale. (Esiste nella vita fetale anche un’altra comunicazione che è il dotto di Botallo che connette l’aorta con l’arteria polmonare).
Alla nascita del bambino, a causa di una modificazione delle pressioni del circolo polmonare che qui non staremo a spiegare in dettaglio, una sottile membrana si “accolla” al forame ovale. Intorno all’anno di età, normalmente, la parete tra i due atri è completamente saldata e non vi è più passaggio di sangue da parte a parte.
Se questo non si verifica, può accadere che la persistenza di un forame ovale pervio, appunto, sia causa di un’ embolia, con piccoli trombi, magari creatisi in seguito a ematomi da trauma nel caso del giocatore, che possono dal cuore raggiungere il circolo cerebrale e causare un’ischemia. La comunicazione tra i due atri, infatti, consente il passaggio di sangue dal circolo venoso (quello del cuore destro), direttamente a quello arterioso (del cuore sinistro).

Va detto che la presenza di un forame ovale pervio non è identificabile con il solo elettrocardiogramma, che registra solo gli impulsi elettrici dei battiti, occorre un ecocardiogramma, l’esame che è in grado di “vedere” il cuore e le sue strutture. A volte occorre un ecocardiogramma ancora più specifico, un eco trans-esofageo, che si esegue introducendo una sonda attraverso l’esofago ed è in grado di vedere il cuore “più da vicino”, con una definizione decisamente più accurata.
Questa anomalia cardiaca si stima che riguardi circa il 25-30% della popolazione adulta e può capitare che passi completamente misconosciuta.
Se un tempo in caso di difetti rilevanti, era prevista la sola correzione chirurgica, oggi è possibile evitare un vero intervento ed effettuare, come si dice tecnicamente, una chiusura del forame per via percutanea. Si tratta di una procedura che viene effettuata in sala di emodinamica: semplificando un po’ si può dire che viene introdotto un catetere attraverso un vaso periferico che raggiunge il cuore e rilascia un dispositivo, comunemente indicato come “ombrellino”, che va a chiudere il “foro” tra i due atri. Per un periodo, chi viene sottoposto a questo tipo di procedura, assume l’aspirina. A distanza di 3-6 mesi le cellule ricoprono completamente l’ombrellino che diviene parte integrante della parete.
Al fantasioso giocatore cui è toccato di rendere famosa un’anomalia cardiaca i nostri auguri di rapido ed efficace recupero.
Antonella Labellarte
Cardiologa
Ospedale S. Eugenio, Roma