CARDIO FITNESS E FIBRILLAZIONE ATRIALE
di Antonella Labellarte
19 Luglio 2015

Se ancora ve ne fosse bisogno ecco un’altra conferma sul rapporto tra esercizio fisico e salute, stili di vita e salute.

Nello scorso giugno a Milano al meeting EUROPACE CARDIOSTIM 2015 della Società Europea che raccoglie gli specialisti dei disturbi del ritmo cardiaco (EHRA European Heart Rythm Association) è stato presentato uno studio osservazionale, il CARDIO-FIT, successivamente pubblicato sul Journal of American College of Cardiology. E questa volta si parla di cardiofitness, fibrillazione atriale ed obesità.
In questo studio il fitness cardiovascolare non solo ha dimostrato la capacità di ridurre i sintomi della fibrillazione atriale ma anche di avere un valore predittivo nei confronti delle recidive aritmiche nei pazienti obesi.

Già precedentemente con lo studio LEGACY il dr. Rajeev Pathak dell’ Università di Adelaide e Royal Adelaide Hospital, Australia, si era occupato di fibrillazione atriale ed obesità. Lo studio era stato condotto su 355 adulti con Body Mass Index >27kg/m2 e fibrillazione atriale ricorrente. L’obiettivo del programma era ottenere una riduzione di peso del 10%. Ebbene nel sottogruppo di pazienti che avevano raggiunto l’obbiettivo di una riduzione di peso pari ad almeno il 10% è stato osservato un deciso miglioramento dei sintomi e una probabilità sei volte maggiore di avere intervalli liberi da recidive aritmiche.

Ma torniamo al CARDIO-FIT study. Il gruppo del dr. Pathak ha voluto valutare se l’esercizio fisico avesse un effetto sinergico alla perdita di peso nei pazienti obesi e con fibrillazione atriale.
Dei 308 pazienti inclusi nell’analisi del CARDIO-FIT, 95 avevano uno scarso allenamento (CRF) all’ingresso (46% maschi; età media 58 anni; body-mass index [BMI] 34.0), 134 un allenamento adeguato (64% maschi; età media 56 anni; BMI 32.7), e 79 un allenamento di grado elevato (40% maschi; età media 69 anni; BMI 32.8). Tutti i partecipanti sono stati inseriti in un programma di allenamento costruito su misura in rapporto all’età e alle singole capacità e che includeva esercizi di tipo aerobico e anaerobico. Le sessioni di allenamento si svolgevano dai tre ai cinque giorni a settimana per un totale di 60-200 minuti/settimana.

Migliora il fitness migliorano i risultati

Per valutare l’impatto dell’allenamento cardiovascolare tutti i partecipanti sono stati sottoposti ad un test da sforzo basale e dopo un periodo medio di circa 48 mesi. Dei 308 pazienti in 127 è stato documentato un “guadagno” di due METs (MET equivalente metabolico, unità di misura del consumo in energia e ossigeno di un esercizio fisico). I ricercatori hanno rilevato una riduzione del rischio di recidiva di fibrillazione atriale pari al 12% per ogni METs guadagnato al follow up (HR 0.87, 95% CI 0.80–0.94; P<0.001), anche una volta effettuati gli aggiustamenti per perdita di peso.
Al termine del follow up il 75.6% dei pazienti che avevano raggiunto una riduzione del peso pari ad almeno il 10% e guadagnato 2 METs mantenevano il ritmo sinusale (senza terapia farmacologica o procedura di ablazione), versus solo il 13.2% di coloro che non avevano raggiunto nessuno dei due obbiettivi (P<0.001).
La presenza dell’aritmia è stata valutata con un monitoraggio ecg Holter della durata di 7 giorni. L’eventuale severità dei sintomi con una scala di valutazione specifica per la fibrillazione atriale.

Lo studio sottolinea l’importanza della prescrizione dell’esercizio fisico nel trattamento della fibrillazione atriale soprattutto nella strategia di controllo del ritmo.
Il dato spettacolare è stato ottenere un grosso risultato in pazienti già affetti dalla malattia. I body mass index dei pazienti partecipanti allo studio testimoniano il grado di obesità già presente e come l’esercizio fisico e la perdita di peso favoriscano il miglioramento del profilo infiammatorio e metabolico.
Lo studio è stato condotto grazie al finanziamento del Center for Heart Rhythm Disorders dell’Università di Adelaide.

Fonti:

European Heart Rhythm Association (EHRA) EUROPACE–CARDIOSTIM 2015

Pathak RK et al. Impact of CARDIOrespiratory FITness on Arrhythmia Recurrence in Obese Individuals with Atrial Fibrillation: The CARDIO-FIT study J Am Coll Cardiol 2015 June 20

Antonella Labellarte
Cardiologa
Ospedale S. Eugenio, Roma