AMIODARONE CUORE E TIROIDE
L’amiodarone è un farmaco antiaritmico attivo sulla maggioranza dei disturbi del ritmo sopraventricolare e ventricolare. Contiene un’elevata quantità di iodio: una compressa contiene 75.000 microgrammi di ioduro, a fronte di un fabbisogno iodico giornaliero di 150 microgrammi ed infatti l’eventuale misurazione della presenza di iodio nelle urine in un paziente trattato con amiodarone è quaranta volte superiore a quella di un soggetto normale. L’assunzione di amiodarone comporta comunque un’alterazione dei parametri biologici tiroidei, anche se privi di effetti clinici, e solo in una minoranza dei casi autentici distiroidismi.
In un paziente eutiroideo, trattato con amiodarone, il TSH aumenta moderatamente nei primi giorni, poi si normalizza, la FT4 aumenta, mentre la FT3 è normale o diminuita.
Ma, come si diceva, l’amiodarone può indurre in alcuni pazienti disfunzione tiroidea, prevalentemente ipotiroidismo.
La diagnosi di ipotiroidismo da amiodarone si fonda sul dosaggio del TSH.
Se la terapia con amiodarone è necessaria, l’endocrinologo tratterà conseguentemente l’ipotiroidismo in modo abituale.
Meno frequente è, fortunatamente, la comparsa di ipertiroidismo, più probabile nelle zone con apporto iodato limitato, tra le quali anche gran parte dell’ Italia.

Due sono i tipi di ipertiroidismo da amiodarone.
Il primo tipo è legato direttamente al sovraccarico di iodio e insorge spesso in presenza di una preesistente patologia tiroidea, anche misconosciuta, come un gozzo multi nodulare.
Il trattamento si basa sull’associazione di farmaci tireostatici ed eventuale associazione di perclorato di potassio.
Il secondo tipo corrisponde ad una tiroidite tossica con liberazione massiva di ormoni tiroidei. Compare in genere in un contesto di tiroide sana; il trattamento con farmaci tireostatici può essere associato ad una terapia cortisonica.
Nella realtà i due tipi di ipertiroidismo sono spesso associati e non facilmente differenziabili. La comparsa di ipertiroidismo pone indicazione a sospensione al trattamento con amiodarone. Ma anche in questo caso, laddove l’amiodarone non sia clinicamente sostituibile, l’endocrinologo gestirà la complessità della situazione in stretto rapporto con il cardiologo.
Dott. Luca Piantoni
Endocrinologo
Ospedale S. Eugenio Roma
Endocrinologo
Ospedale S. Eugenio Roma