Tennis
di Comitato Scientifico del C.L.I.

E’ un’attività sportiva caratterizzata da impegno muscolare e consumo energetico variabili. Nei quali si alternano brevi periodi di maggiore intensità (8-15 sec.) ad altri più lunghi (3-5 min.) di intensità lieve-media.
Nei primi prevale un dispendio energetico aerobico o anaerobico con produzione di acido lattico. Nell’aerobico vi è un perfetto equilibrio tra consumo e rifornimento delle sostanze energetiche;  nell’anaerobico si può avere uno sbilanciamento nella produzione di acido lattico. Durante i periodi più lunghi invece si ha in genere il recupero e la metabolizzazione dell’acido lattico stesso.
A seconda del grado di allenamento il tennista potrà prolungare più o meno bene i tempi di sforzo elevato e poi recuperare durante le soste e gli intervalli.
Il consumo di calorie varia naturalmente secondo vari fattori: età,allenamento, peso corporeo, palleggio o partita in doppio o in singolo, e ovviamente secondo la durata della partita. Si calcola che per un uomo adulto di 70 kg di peso e con un indice di massa corporea inferiore a 25 (non in sovrappeso) un’ora di tennis amatoriale comporta un dispendio di 462 Kcal, mentre un’ora di tennis agonistico consuma  630 Kcal.

Le patologie del tennis sono fondamentalmente tendineo-articolari. Possono essere colpite la spalla destra, o la sinistra nel mancino, a causa di tendiniti o rottura di tendini della cuffia della spalla. Raramente lussazioni dell’omero.
Frequente è il gomito del tennista, dovuto in genere a tendinite, che recidiva entro un anno nel 50% dei casi.
La mano può subire artrosi, specie il pollice. Il piede del tennista è dovuto a modificazioni della fascia plantare che è una struttura per tenere teso il calcagno alla base delle dita.
Per tutte queste malattie ci sono rimedi cha vanno dagli antireumatici e antalgici fino all’intervento chirurgico.
L’apparato cardiovascolare deve essere nelle condizioni ottimali per poter sopportare il sovraccarico che questa attività sportiva. Si tenga presente che la frequenza cardiaca  aumenta già durante il palleggio fino a raggiungere i 140 battiti per minuto, e in 15 minuti di partita si attesta spesso sui valori massimali (180 battiti/min.). Il recupero poi durante le pause o gli intervalli non è caratterizzato, come si potrebbe pensare, da un ritorno ai valori di partenza, ma di soli 10-20 battiti per minuto.
Ciò rende ragione del fatto che:

  1. il gioco del tennis non può essere praticato con lo stesso impegno a tutte le età;
  2. dopo i 50 anni ci si dovrebbe sottoporre a un’accurata valutazione cardiologica;
  3. molti cardiopatici, in ragione delle loro potenzialità stabilite dal cardiologo, andrebbero consigliati se e come praticarlo;
  4. dopo i 35 anni lo si dovrebbe praticare con una certa regolarità e non risvegliarsi dopo mesi di letargo sportivo, magari in sovrappeso. Le eccezioni naturalmente confermano la regola.