Può l’infezione da Papillomavirus essere considerata un fattore di rischio cardiovascolare emergente?
di Lorenzo Scalia
27 Febbraio 2024

Le malattie cardiovascolari rappresentano ad oggi la principale causa di mortalità a livello globale determinando circa 17,9 milioni di morti stimate l’anno, numero inevitabilmente destinato ad aumentare. La lotta della ricerca nelle malattie cardiovascolari gioca la sua principale partita non soltanto nell’adeguamento terapeutico di nuovi farmaci in prevenzione secondaria (e.g. nuove molecole ipolipemizzanti o antiaggreganti), ma punta le sue radici sullo stigma dei fattori di rischio nella prevenzione primaria. Ad oggi i fattori correlati agli eventi cardiovascolari son ben conclamati, come le evidenze scientifiche che correlano la loro biunivocità nell’insorgenza dei quadri patologici. Questi fattori convenzionali, però, non riescono a spiegare l’incorrere di tutti gli eventi cardiovascolari: circa il 20% di tali eventi si presentano in assenza di evidenti fattori di rischio.

Lo sforzo della letteratura scientifica, oggi, è quello di indagare su altri eventuali emergenti potenziali fattori di rischio modificabili su cui poter giocare d’anticipo, al fine di modificare il decorso clinico delle malattie cardiovascolari.

Per decenni, gli agenti infettivi sono stati proposti come potenziali fattori di rischio per l’aterosclerosi: studi su modelli animali sperimentali hanno riportato che l’infezione da organismi patogeni [e.g. citomegalovirus, virus dell’immunodeficienza umana (HIV), Chlamydia pneumoniae]1-2 possa favorire l’aterosclerosi, un processo che viene accelerato dalle diete ad alto contenuto di grassi.

L’interesse per un ruolo causale delle infezioni virali nella patogenesi dell’aterosclerosi e delle sue complicanze è stato riacceso da diverse pubblicazioni recenti. Nel lavoro in analisi pubblicato su European Heart Journal, Cheong e colleghi riportano un’amplia analisi di coorte che ha come obiettivo quello di fornire evidenze cliniche riguardo il ruolo che i ceppi ad elevato rischio di papilloma virus umano (HR-HPV) rivestono nel burden aterosclerotico.3 Il ruolo nella cancerogenesi di determinati ceppi di HPV è ormai noto, mentre risulta sconosciuto il potenziale peso nell’aterogenesi.

Gli autori hanno analizzato una coorte di 163.250 donne coreane, in assenza di note condizioni morbose cardiovascolari, testate per infezione da HR-HPV e seguite mediante un follow-up clinico di circa 17 anni. Le associazioni cliniche riguardanti l’infezione da HR-HPV e gli eventi cardiovascolari avversi si son presentate forti per morte da cause cardiovascolari [hazard ratio (HR) 3.91; 95% intervallo di confidenza (CI) 1.85–8.26), mortalità per patologia ischemica cardiaca (HR 3.74; 95% CI 1.53–9.14), e per ictus (HR 5.86; 95% CI .86–40.11), rispettivamente.

Quando i risultati vengono stratificati secondo tasso di obesità, il trend tende a magnificare rendendo ancora più forte l’associazione tra infezione HR-HPV e mortalità da tutte le cause cardiovascolari, rendendo l’incremento del BMI un fattore fortemente impattante [HR 4.81; 95% CI, 1.55–14.93 nel gruppo obesità, mentre HR 2.86; 95% CI 1.04–7.88 nel gruppo BMI <25 kg/m2 (P=0.006)].

L’infiammazione gioca un ruolo cardine nello sviluppo e progressione delle malattie cardiovascolari e le infezioni virali possono essere considerate come trigger flogistici. L’HPV, come notoriamente risaputo, si isola facilmente dalle cellule delle mucose, ma è stato ritrovato anche a livello del flusso ematico: ciò potrebbe in parte spiegare il suo ruolo nell’aumentato rischio di malattie cardiovascolari, implementando il burden infiammatorio legato alla disfunzione e al danno endoteliale portando ad uno stato pro-trombotico.

Lo studio presenta senz’altro dei solidi punti di forza (come per esempio il campione della coorte e il disegno prospettico dell’analisi), sebbene sia legato ad alcune limitazioni: le informazioni sono limitate solo ad alcuni ceppi di HPV, non vi sono dati riguardanti la vaccinazione e il dataset dei pazienti proviene esclusivamente da una nazione, dove la prevalenza delle infezioni da HPV e l’incidenza di fattori di rischio cardiovascolari potrebbero essere differenti dalla popolazione mondiale; ciò mette in questione la generalizzabilità dei risultati dell’analisi ad un campione etnico differente più esteso.

Nonostante queste possibili limitazioni, lo studio presentato aggiunge un significativo valore all’ampio corpo di evidenze scientifiche sul ruolo di patogeni come fattori di rischio cardiovascolari emergenti. Ulteriori dati derivanti da trial clinici randomizzati sono necessari, per valutare soprattutto se l’infezione presenta un medesimo effetto anche sull’uomo o come la vaccinazione per l’HPV può rappresentare un intervento di prevenzione primaria nella riduzione delle morti da cause cardiovascolari.

Bibliografia:

  1. Lee   KH, Yoo   SG, Han   KD, La   Y, Kwon   DE, Han   SH. Association of cytomegalovirus diseases with newly developed myocardial infarction and congestive heart failure: data from a national population-based cohort. Arch Med Sci  2021;18:1188–98.

  2. Da Fonseca Ferreira   A, Wei   J, Zhang   L, Macon   CJ, Degnan   B, Jayaweera   D, et al.   HIV promotes atherosclerosis via circulating extracellular vesicle microRNAs. Int J Mol Sci

  3. Cheong   HS, Chang   Y, Kim   Y, Kwon   M-J, Cho   Y, Kim   B, et al.   Human papillomavirus infection and cardiovascular mortality: a cohort study. Eur Heart J  2024;45:ehae020.