Miocarditi e vaccino anti COVID-19: facciamo il punto.
di Laura Gatto
26 Ottobre 2021

Nel Maggio 2021 il Centers for Disease Control and Prevention ha annunciato una possibile correlazione tra la somministrazione di vaccini anti COVID-19 ad rna messaggero (Pfizer-BioNTech e Moderna) e l’insorgenza di miocarditi. Israele è stato il primo paese ad intraprendere una campagna nazionale di vaccinazione contro il coronavirus con vaccino Pfizer-BioNTech, campagna iniziata nel Dicembre del 2020 e che nel Maggio 2021 aveva portato alla vaccinazione completa con entrambe le dosi di oltre il 54% della popolazione.  

Witberg e coll. raccogliendo i dati del database del Clalit Health Services (la principale organizzazione sanitaria di Israele), hanno valutato l’incidenza, il decorso clinico e la severità delle miocarditi nella popolazione Israeliana vaccinata contro il Covid-19 ed i risultati sono stati recentemente pubblicati sulla prestigiosa rivista New England Journal of Medicine [1].

Tra il Dicembre 2020 ed il Maggio 2021 2.558.421 membri del Clalit Health Services hanno ricevuto almeno una dose di vaccino Pfizer-BioNTech, di questi 2.401.605 (94%) due dosi. I ricercatori hanno identificato i casi di miocardite diagnosticati entro 42 giorni dalla somministrazione della prima dose, individuando inizialmente 258 potenziali casi di miocardite. Dopo lo screening iniziale soltanto 54 pazienti hanno soddisfatto i criteri della diagnosi di miocardite secondo la definizione dell’American Heart Association che è stata quella impiegata nello studio [2]. Per molti dei pazienti esclusi (78), la diagnosi di miocardite era pregressa ed antecedente alla vaccinazione.

Per quanto riguarda la severità tra i 54 casi confermati: 41 pazienti si sono presentati con una miocardite lieve, 12 intermedia ed uno con miocardite fulminante. L’età mediana dei pazienti è stata di 27 anni con una netta prevalenza del sesso maschile (94%). La maggior parte dei pazienti (83%) non presentava comorbidità importanti, al contrario il 13% assumeva terapie per patologie croniche. Un paziente riferiva una lieve disfunzione ventricolare sinistra prima della vaccinazione. Il 67% dei casi ha ricevuto la diagnosi di miocardite dopo la seconda dose.

L’incidenza generale di miocarditi entro 42 giorni dalla somministrazione della prima dose è stata di 2.13 casi ogni 100000 persone vaccinate, incidenza che sale a 4.12 casi nel sesso maschile e scende a 0.23 casi per il sesso femminile. Per quanto riguarda invece l’incidenza in funzione dell’età, nella fascia d’età compresa tra 16 e 29 anni, l’incidenza è stata di 5.49 casi ogni 100000 persone vaccinate, tale incidenza si riduce a 1.13 casi nella popolazione ultratrentenne. Pertanto l’incidenza maggiore è stata nel gruppo di pazienti maschi con età compresa tra 16 e 29 anni, dove si sono registrati oltre 10 casi ogni 100000 soggetti vaccinati. Per quanto riguarda invece l’incidenza in funzione della severità, fortunatamente la più alta si è registrata per i casi di miocardite lieve (1.62 casi ogni 100000 persone vaccinate) ed invece rarissimi possono essere definiti i casi di miocardite fulminante (0.04 casi 100000 persone vaccinate).

Per quanto riguarda la presentazione clinica il dolore toracico è stato il sintomo più frequente (82%); i parametri vitali all’ammissione sono risultati generalmente nei limiti, solo un paziente si è presentato con instabilità emodinamica ma nessuno ha richiesto inizialmente l’impiego di farmaci inotropi o di supporto meccanico. L’elettrocardiogramma ha evidenziato un sopraslivellamento del tratto ST nel 53% dei pazienti in cui i dati elettrocardiografici erano disponibili, il 21% presentava un ECG normale, altre anomalie (alterazioni delle onde T, fibrillazione atriale e tachicardia ventricolare non sostenuta) erano presenti nei rimanenti casi. Il picco mediano della troponina T è stato di 680 ng/L.

Durante l’ospedalizzazione un paziente ha sviluppato shock cardiogeno che ha richiesto l’impiego dell’ECMO; nessuno degli altri casi ha invece necessitato di supporto inotropo, meccanico o ventilatorio. In un paziente è stata effettuata la biopsia miocardica che ha mostrato un’infiltrazione perivascolare di linfociti ed eosinofili. Il tempo medio di degenza è stato di tre giorni ed il 65% dei casi è stato dimesso senza indicazione ad assumere terapia a domicilio.

I dati ecocardiografici sono disponibili per 48 pazienti. La frazione d’eiezione (FE) media è stata del 57.5 ± 6.1%. La funzione ventricolare sinistra è risultata normale all’ingresso nel 71% dei casi; dei 14 pazienti (29%) che presentavano un certo grado di disfunzione il 17% ha mostrato una disfunzione lieve, il 4% una disfunzione da lieve a moderata, il 4% una disfunzione moderata, il 2% una disfunzione da moderata a severa ed il 2% una disfunzione severa. All’ecocardiogramma pre-dimissione 4 di questi pazienti hanno presentato il pieno recupero della funzione sistolica ventricolare sinistra; di cinque dei restanti dieci si possiedono i dati del follow up ecocardiografico che anche in questo caso ha mostrato una FE nella norma. Un versamento pericardico è stato riscontrato in dieci pazienti.

Lo studio presenta alcuni limiti, innanzitutto il periodo di osservazione troppo breve (circa 80 giorni) per giungere a conclusioni definitive riguardo la prognosi a lungo termine della miocardite post vaccinazione anti covid 19. Inoltre la raccolta dati si è limitata al Clalit Health Services, senza considerare le miocarditi diagnosticate e gestite nella rete extra-ospedaliera con conseguente possibile sottostima dell’incidenza dei casi.

Tuttavia i dati di Witberg e coll. hanno, a mio avviso, il merito di aver cercato di quantificare questo possibile effetto collaterale della vaccinazione, dimostrando che comunque si tratta di une evento raro e nella stragrande maggioranza dei casi con una presentazione clinica non seria e con una prognosi molto favorevole. Tale studio ha permesso inoltre di individuare un sottogruppo di pazienti più a rischio (maschi con età compresa tra 16 e 30 anni), in cui nella fase immediata post somministrazione del vaccino bisogna fare più attenzione in casa di comparsa di sintomi, come il dolore toracico, per giungere ad una diagnosi e ad un trattamento che siano il più tempestivi possibili. Questi risultati devo anche essere letti in un’ottica di positività, soprattutto in questo momento storico in cui si è intrapresa la somministrazione della terza dose nelle categorie più a rischio e negli operatori sanitari!

Bibliografia:

  1. Witberg G, Barda N, Hoss S, et al Myocarditis after Covid-19 Vaccination in a Large Health Care Organization. N Engl J Med 2021 Oct 6. doi: 10.1056/NEJMoa2110737. Online ahead of print.
  2. Kociol RD, Cooper LT, Fang JC, et al. Recognition and initial management of fulminant myocarditis: a scientific statement from the American Heart Association. Circulation 2020; 141: e69-e92.