Malattia cardiovascolare silente nei pazienti diabetici: come scoprirla?
di Camilla Cavallaro
06 Giugno 2023

E’ noto che i pazienti diabetici adulti abbiano un elevato rischio di sviluppare patologie cardiache, si stima che circa il 30% di questi abbia una malattia cardiovascolare non diagnosticata, e questa percentuale sembrerebbe aumentare nei pazienti diabetici da molto tempo e con scarso controllo glicemico (1).

Si comprende quindi la necessità di monitorare meglio questa categoria a rischio, in questo campo i biomarcatori potrebbero costituire un valido strumento per slatentizzare la presenza di patologie cardiache ad un livello subclinico e procedere quindi ad una diagnosi e trattamento precoce. Studi precedenti avevano dimostrato che elevati livelli di Troponina ultrasensibile e di NT pro BNP in pazienti asintomatici erano associati ad un’elevata incidenza di morte ed eventi cardiovascolari maggiori.

Fang e colleghi in un interessante lavoro pubblicato in questi giorni su JAHA (2) hanno misurato i livelli di Tn ultrasensibile e di NTproBNP in un gruppo di pazienti con e senza diabete senza evidenza di malattie cardiovascolari  in anamnesi (n=10304).  Tra questi hanno valutato la prevalenza di elevati livelli di TnT ultrasensibile (≥14ng/L) e NT-proBNP (≥125pg/mL). Gli autori hanno quindi studiato l’associazione tra  elevati livelli dei biomarcatori, mortalità per tutte le cause e mortalità cardiovascolare dopo aver corretto i dati per i fattori demografici e per i fattori di rischio tradizionali.

La prevalenza di malattia cardiovascolare subclinica (espressa come elevati livelli di hs-cTnT o NT-proBNP) è risultata essere due volte più alta negli adulti diabetici rispetto a quelli senza diabete (33,4% versus 16,1%). Correggendo questo dato per l’età, elevati livelli di hs-cTnT, erano più comuni nelle persone con diabete, indipendentemente dal sesso, razza, etnia e peso corporeo; questo non si è invece verificato per aumentati livelli di NT-proBNP. La prevalenza di elevati livelli di TnT è risultata essere più elevata nei pazienti con diabete di lunga durata o con scarso controllo glicemico.

Gli autori hanno inoltre osservato che all’interno della popolazione dei diabetici, elevati livelli di questi biomarcatori erano associati in modo indipendente ad un aumentata mortalità per tutte le cause [HR] 1.77 [95% CI, 1.33–2.34] e HR, 1.78 [95% CI, 1.26–2.51] e ad una aumentata mortalità cardiovascolare (HR, 1.54 [95% CI, 0.83–2.85] e  HR, 2.46 [95% CI, 1.31–4.60].

Conclusioni:

Questo studio è di grande rilevanza perché evidenzia l’elevata incidenza di malattia cardiovascolare subclinica nella popolazione dei pazienti diabetici adulti, ponendo l’attenzione sull’importanza della diagnosi precoce e sull’utilizzo di strumenti per slatentizzare le patologie cardiache precocemente. Nel gruppo dei pazienti diabetici infatti circa 1 su 3 aveva problemi cardiovascolari ad un livello subclinico, come evidenziato da un rialzo dei biomarcatori

Dai risultati dello studio emerge che la TnT ultrasensibile e il NT-proBNP potrebbero avere un ruolo nell’identificare i pazienti che necessitano di una riduzione del rischio cardiovascolare più aggressiva anche in assenza di chiari segni di malattia CV.

Le malattie cardiache, anche ad uno stadio subclinico sono risultate essere associate  significativamente ad un’ aumentata mortalità negli adulti diabetici, indipendentemente dalle caratteristiche demografiche e dai fattori di rischio cardiovascolari.

Mentre attendiamo che trial randomizzati confermino questi risultati e definiscano meglio il ruolo dei biomarcatori possiamo avvalerci di questi strumenti per stratificare meglio il rischio cardiovascolare anche nei pazienti asintomatici.

Referenze:

  1. Selvin E, Lazo M, et al  Diabetes mellitus, prediabetes, and incidence of subclinical myocardial damage. Circulation. 2014;130:1374–1382.
  2. Fang M, Wang D et al; Subclinical Cardiovascular Disease in US Adults With and Without Diabetes. J Am Heart Assoc. 2023;12:e029083.