L’ELIMINAZIONE DEL FUMO: UN IMPERATIVO ECONOMICO E DI SALUTE PUBBLICA
di Antonella Labellarte
15 Gennaio 2017

Il National Cancer Institute del National Institutes of Health degli Stati Uniti ha appena pubblicato in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale dalla Sanità The Economics of Tobacco and Tobacco Control, il ventunesimo volume di una serie di monografie dedicate al fumo. Si tratta di circa 700 pagine che contengono una impressionante mole di lavori di 60 autori provenienti da tutto il mondo. Il volume fornisce le più recenti evidenze nel campo della ricerca e affronta inoltre i diversi aspetti prevalenti: l’economia del tabacco, la sua produzione e commercializzazione, le politiche di controllo per ridurne il consumo, i suoi effetti sulla salute e le implicazioni economiche delle attività finora svolte a partire dal 2005, anno della discesa in campo della WHO Framework Convention on Tobacco Control.

A che punto siamo?

Attualmente circa 6 milioni di persone muoiono ogni anno per l’utilizzo del tabacco, numero che in proiezione raggiungerà gli 8 milioni nel 2030. Circa l’80% delle morti si verifica nei paesi a basso e medio reddito e praticamente ovunque l’utilizzo del tabacco è concentrato nelle popolazioni più povere e più vulnerabili. Nel report la stima del costo annuale per la perdita di produttività e la spesa sanitaria correlata al tabacco supera nell’economia globale i mille miliardi di dollari.

Le  misure sino a qui adottate quali le limitazioni al marketing delle aziende produttrici, le immagini che pubblicizzano sui pacchetti le conseguenze del fumo, i programmi per la cessazione, i divieti negli ambienti pubblici secondo legge, sono tutte efficaci nel ridurre l’utilizzo e il costo sociale dell’uso di tabacco. Ma, il report ribadisce,  tra tutte le misure, l’aumento delle tasse e del costo delle sigarette  sono gli strumenti più efficaci. I prezzi alti riducono il consumo. La tassazione alta costituisce un ottimo ricavo per i governi. Tuttavia soltanto una piccola parte di questi ricavi è reinvestita nei programmi di controllo. Ad esempio nel 2013-2014 i ricavi delle accise sul tabacco sono state pari a 269 miliardi di dollari e meno di 1 miliardo è stato utilizzato dai governi per le politiche di  riduzione del consumo di tabacco.

Il report sottolinea in modo importante l’attenzione che deve essere rivolta ai paesi più poveri. Le case produttrici hanno infatti aperto nuovi mercati in crescita in Africa e nelle regioni più orientali del Mediterraneo.

L’obiettivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è di tagliare il consumo del tabacco del 25% entro il 2025 e il progetto globale è ridurre le morti premature per le malattie non trasmissibili di un terzo entro il 2030.
Solo 33 paesi al mondo includono nelle proprie strategie di lotta al consumo del tabacco l’incremento della tassazione. In paesi come Cina e India, dove risiedono 400 milioni di fumatori, la tassazione ancora  subisce piccole variazioni. Paesi come la Nuova Zelanda, invece, vanno presi ad esempio per una instancabile strategia volta alla drammatica riduzione del consumo di tabacco.

For

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WHO’s 2015 tobacco report
see http://www.who.int/tobacco/global_report/2015/en/

For

Eliminating the scourge of tobacco for a fairer and healthier world: New Zealand leads the way
see Comment Lancet Public Health 2017;2:e13–13

Fonti

www.thelancet.com Vol 389 January 21, 2017



Antonella Labellarte
Cardiologa
Ospedale S. Eugenio, Roma