Si sa da sempre che uomini e donne sono diversi tra loro. Sembra una frase addirittura sciocca da scrivere. Forse, però, per un periodo di tempo troppo lungo abbiamo invece pensato che nella cura delle malattie le differenze da tenere in conto non fossero così marcate. Certo abbiamo preso in considerazione le differenze ormonali, il periodo della gravidanza, quello della menopausa, ma… con il tempo abbiamo imparato ad osservare che nei grandi trials venivano arruolati prevalentemente uomini e che i risultati degli stessi non erano poi così sovrapponibili nei due sessi se questo dato veniva preso in considerazione. Anche i sintomi di presentazione della cardiopatia ischemica sono risultati a volte assai diversi. Sono nate così comunità cardiologiche che si occupano specificamente di malattie cardiovascolari “al femminile”.
Due studi resi noti nello scorso agosto, il primo pubblicato su Neurology, il secondo presentato al Congresso Europeo di Cardiologia tenutosi a Barcellona, offrono lo spunto per parlare ancora una volta dell’argomento.
Utilizzando i dati del Greater Cincinnati/Northern Kentucky Stroke Study, uno studio di popolazione che ha coinvolto 1.3 milioni di residenti nel sud-ovest dell’Ohio e del Kentucky settentrionale la dottoressa Madsen e colleghi hanno controllato l’incidenza dello stroke nei soggetti di età superiore ai 20 anni nel 1994, nel 1999, nel 2005 e nel 2010. Complessivamente sono stati registrati 7710 stroke di cui il 52.7% nelle donne. Negli uomini è stata rilevata una riduzione significativa degli ictus – da una media di 263 per 100.000 all’inizio dello studio a 192 per 100.000 al termine (P<.001) mentre nelle donne si è passati da 217 a 198 per 100.000 (P=.15 non significativa). Nel 2010 l’incidenza degli ictus “ischemici e non” è risultata uguale negli uomini e nelle donne. L’incidenza delle emorragie intraparenchimali e sub aracnoidee è rimasta costante negli anni in entrambi i sessi.
I risultati dello studio quindi dimostrano certamente una incoraggiante riduzione globale dell’incidenza degli stroke nel periodo osservato, ma che sembra derivi prevalentemente dalla riduzione degli ictus ischemici nei soggetti di sesso maschile. A dispetto della riduzione di incidenza degli stroke e della mortalità per stroke, sua stretta conseguenza, lo studio ha dimostrato in entrambi i sessi un incremento dei fattori di rischio quali ipertensione arteriosa e diabete mellito. Lo studio quindi pone l’accento sul minore decremento dell’ictus nella popolazione femminile ipotizzando un peggiore controllo dei fattori di rischio, verosimilmente una strategia di prevenzione primaria non corretta poiché ipertensione e diabete, ad esempio, potrebbero concorrere in maniera diversa nei soggetti femminili nel determinare la comparsa di uno stroke.
In direzione potremmo dire contraria vanno i risultati dello studio presentato a Barcellona, al congresso dell’ESC. Esaminando i dati del registro svizzero su più di 50.000 pazienti ricoverati per infarto miocardico acuto si è osservato che la mortalità intraospedaliera negli ultimi 20 anni si è dimezzata e tale effetto è dovuto prevalentemente agli outcome registrati nel sesso femminile. Gli autori dell’analisi hanno valutato i dati provenienti da 83 ospedali svizzeri dal 1997 al 2016, su circa 51.000 pazienti di cui circa 30.000 con STEMI e 21.000 con NONSTEMI, età media 66 anni, donne 27%.
L’utilizzo della angioplastica è stata posta in relazione alla riduzione della mortalità intraospedaliera. Un numero sempre maggiore di donne nel periodo analizzato è stata trattata con PCI e con le altre terapie secondo linee guida. I dati del registro svizzero hanno dimostrato che risulta ridotto nel periodo osservato il gap di trattamento e di accesso alla PCI tra soggetti di sesso maschile e femminile. La riduzione di mortalità intraospedaliera post-infarto miocardico si è ridotta maggiormente nelle donne ed in particolare in quelle di età inferiore ai 60 anni.
Fonti:
Decline in Stroke Rates Limited to Men Medscape Aug 2017
Gender Gap Reduced for Post-AMI in – Hospital Mortality Medscape Aug 2017
Lancet 390, August 19, 2017: Robert A Byrne, Gregg W Stone, John Ormiston et al. Coronary balloon angioplasty, stents, and scaffolds
Antonella Labellarte
Cardiologa
Ospedale S. Eugenio, Roma