L’astuto Dottor Nebro
di Comitato Scientifico del C.L.I.

Neppure gli abitanti di Cos riuniti in assemblea riuscivano a risolvere l’enigma, ma Nebro, un medico dell’asclepieo, si alzò e disse di essere lui il salvatore indicato dall’oracolo. Non potevano esserci dubbi: Nebro era il nome greco del cerbiatto, e aveva un figlio che si chiamava Crisos, che in greco significa appunto oro. Tutto chiarissimo: Nebro partì insieme agli ambasciatori di Delfi e in pochi giorni debellò l’epidemia. Ma non si fermò a questo: provocò un’epidemia fra gli abitanti di Cirra costringendoli alla resa. Tutti i cittadini vennero colpiti da un’acutissima diarrea che non risparmiò nessuno. Nebro, medico e sacerdote, aveva avuto un’idea malvagia e astuta: aveva mandato alcuni degli ammalati più gravi a defecare nelle acque del fiume che attraversava Cirra contagiando tutti gli abitanti. Ippocrate considerò l’espediente indegno di un medico appartenente a quello che sarebbe diventato il suo asclepieo e, per salvarne il prestigio, mentì scrivendo che Nebro aveva inquinato le acque con l’elleboro. La versione è più elegante, ma poco verosimile. L’elleboro è un purgante energico, ma per avvelenare le acque di un fiume e provocare un’epidemia, ne sarebbero occorse quantità enormi delle quali Nebro non poteva disporre. Comunque siano andate le cose, l’episodio procurò grandissima fama ai medici di Cos. Apollonide, poco dopo venne chiamato alla corte di Persia, anche se poi vi finì sepolto vivo per una diagnosi sbagliata. Eraclito divenne un famoso dietologo, ad Aineio venne eretto un monumento in marmo ad Atene. Era il prozio di Ippocrate. Ippocrate I, padre del grande Ippocrate, anche se messo un po’ in ombra dalla fama del figlio, fu un grandissimo medico, famosi furono anche i suoi figli Tessalo e Dracone e suo genero Polibio che divenne capo dell’asclepieo. Il padre della medicina, come si vede, sapeva dire bugie e non era immune dal nepotismo: il ruolo di genero funzionava già a Cos.