La stimolazione magnetica transcutanea nella gestione dello storm aritmico
di Filippo Stazi
30 Maggio 2020

La gestione dello storm aritmico, condizione fortunatamente non frequente, è estremamente difficile. Numerosi studi suggeriscono il beneficio terapeutico della riduzione della stimolazione simpatica del cuore mediante neuromodulazione autonomica. Usualmente tale neuromodulazione viene ottenuta mediante il blocco locale del ganglio stellato di sinistra.  Data l’invasività di questa procedura si sono cercate metodiche meno invasive e distruttive. Una di queste è la stimolazione magnetica transcutanea. Studi su animali hanno dimostrato l’abilità di questa procedura nel modificare le aritmie attraverso l’azione sull’innervazione simpatica cardiaca.

Una research letter recentemente pubblicata su JAMA (1) riporta la prima esperienza su pazienti di tale metodica. Cinque pazienti con tempesta elettrica, espressa da almeno tre episodi di tachicardia ventricolare (TV) sostenuta nelle 24 ore precedenti la procedura, sono stati trattati con, appunto, la stimolazione magnetica transcutanea, posizionando il sistema di stimolazione lateralmente al processo spinoso della settima vertebra cervicale in prossimità del ganglio stellato sinistro. La stimolazione veniva applicata per 60 minuti a una frequenza di 0,9 Hz e all’80% della soglia di stimolazione del muscolo trapezio sinistro. Il trattamento è stato portato a termine in 4 pazienti su 5 in quanto in uno è stato interrotto per un eccessivo riscaldamento del coil di stimolazione. Nei 3 pazienti in cui la procedura è stata eseguita senza sedazione non vi sono stati disturbi connessi con l’esecuzione della metodica.

Confrontando le 48 ore successive alla stimolazione con le 24 ore precedenti si è osservata una riduzione da 99 a 5 degli episodi di TV sostenuta e da 150 a 58 degli episodi di TV non sostenuta. Inoltre dopo l’applicazione non è stato necessario nessuna defibrillazione elettrica a fronte dei 41 shock erogati invece nelle 24 ore precedenti.

Lo studio è ovviamente gravato da numerose limitazioni: il ridottissimo numero di pazienti inclusi, la mancanza di soggetti con funzione di controlli e l’esclusione dei portatori di device cardiaci impiantabili. Inoltre non si può neanche escludere un effetto tardivo della terapia antiaritmica che era stata messa in atto prima della stimolazione magnetica transcutanea visto che i pazienti ricevevano in media 2,4 farmaci antiaritmici a testa.

Ciò nonostante i risultati sono molto stimolanti, fanno intravedere una nuova possibile strategia in un contesto clinico avaro di soluzioni terapeutiche ed è auspicabile che tale ipotesi venga presto testata in uno studio randomizzato appositamente designato.

 

 

Bibliografia

  1. Markman TM, Hamilton RH, Francis E. et al. Case Series of Transcutaneous Magnetic Stimulation for Ventricular Tachycardia Storm. JAMA Published online May 5, 2020
  2. Al-Khatib SM, Stevenson WG, Ackerman MJ, et al. AHA/ACC/HRS guideline for management of patients with ventricular arrhythmias and the prevention of sudden cardiac death: executive summary: a report of the American College of Cardiology/American Heart Association Task Force on Clinical Practice Guidelines and the Heart Rhythm Society. Heart Rhythm. 2018;15(10):e190-e252. doi:10.1016/j.hrthm.2017.10.035
  3. Gaynes BN, Lloyd SW, Lux L, et al. Repetitive transcranial magnetic stimulation for treatment-resistant depression: a systematic review and meta-analysis.J Clin Psychiatry. 2014;75(5):477-489. doi:10.4088/JCP. 13r08815
  4. McClintock SM, Reti IM, Carpenter LL, et al; National Network of Depression Centers rTMS Task Group; American Psychiatric Association Council on Research Task Force on Novel Biomarkers and Treatments. Consensus recommendations for the clinical application of repetitive transcranial magnetic stimulation (rTMS) in the treatment of depression.J Clin Psychiatry. 2018;79 (1):1-32. doi:10.4088/JCP.16cs10905
  5. Wang S, Zhou X, Huang B, et al. Noninvasive low-frequency electromagnetic stimulation of the left stellate ganglion reduces myocardial infarction-induced ventricular arrhythmia. Sci Rep. 2016;6:30783. doi:10.1038/srep30783
  6. Yu L, Dyer JW, Scherlag BJ, et al. The use of low-level electromagnetic fields to suppress atrial fibrillation. Heart Rhythm. 2015;12(4):809-817. doi:10.1016/j. hrthm.2014.12.022