La Scuola Siciliana
di Comitato Scientifico del C.L.I.

Probabilmente dalla Scuola di Crotone nacque quella Siciliana, in cui prevalsero i filosofi e i dotti. Il personaggio che di gran lunga primeggiò fu Empedocle di Agrigento, considerato un grande “mago” dell’epoca presocratica, per la forte impronta di essoterismo magico che aleggiò in tutta la sua opera. Si vuole che sia stato allievo di Pitagora che lo cacciò perché aveva divulgato i misteri pitagorici. Fu un grande poeta e taumaturgo, che sconfisse varie pestilenze con tecniche sempre diverse e guarì legioni di ammalati. Amava atteggiarsi a semidio, aveva una chioma fluente, indossava abiti regali, sandali di bronzo e la corona apollinea. Fra le tantissime cose che scrisse riguardanti ogni campo della medicina con straordinaria fantasia e intuizione, merita di essere ricordata la descrizione del movimento del sangue che collegò strettamente con la respirazione. L’inspirazione inizia nel neonato grazie al vuoto lasciato dalla fuoriuscita attraverso la bocca dell’umidità contenuta nel feto. Il sangue si carica di aria procedendo con un perenne movimento ondulatorio diretto dall’interno verso la superficie corporea e viceversa. In periferia si scarica dell’aria calda e consumata e torna indietro ricco di aria fresca. L’aria vecchia esce dal corpo e quella nuova vi entra attraverso innumerevoli cannucce le cui bocche si aprono nei fori della pelle. Quando il corpo non produce più calore “igneo”, attraverso il sangue si diffonde a tutto il corpo il raffreddamento mortale, il sangue si ferma e l’individuo muore. Il sonno, secondo la concezione di Empedocle, è legato al raffreddamento moderato e reversibile del sangue. Anche se venne considerato soprattutto un filosofo, tutte le sue teorie concernenti la digestione, la sessualità, l’ideazione, rivelano eccezionale intelligenza, scritte in versi esercitarono una grandissima suggestione e molti lo considerarono superiore a Pitagora che proprio per questo l’avrebbe cacciato dalla sua scuola. L’amore e l’odio avevano per lui lo stesso significato che l’In e lo Iang hanno per i cinesi. Bello, ricco, potente, vincitore in gioventù di gare olimpiche, universalmente ammirato, morì in modo misterioso. Fra le varie versioni prevalse quella del suicidio. Si sarebbe gettato nel cratere dell’Etna per far credere che era diventato dio.