Nell’uomo sano a riposo il cuore si contrae mediamente 72 volte al minuto.
Per dare un’idea dell’immane lavoro che esso compie, basterà ricordare che in un’ora si contrae 4200 volte, in una giornata più di 100 mila. Le sistoli cardiache in un anno sono 3 milioni e 600 mila, in 84 anni, qual è la durata media della vita oggi, più di 302 milioni di volte. In realtà il numero delle contrazioni è molto maggiore perché l’uomo non trascorre la sua vita sempre in riposo, ma cammina, lavora, compie sforzi, si emoziona: tutte queste condizioni fanno salire la sua frequenza cardiaca.
I muscoli che lavorano necessitano di una quantità maggiore di ossigeno di quando sono in riposo, per cui devono riceverne una quantità maggiore. Per provvedere a questo il cuore deve aumentare la portata cardiaca. Il mezzo più semplice per farlo è quello di aumentare la frequenza cardiaca: se ad ogni battito pompa 70 centimetri cubici di sangue, cioè 5 litri in un minuto, quando sale a 140 battiti la portata salirà a 10 litri al minuto.
Il nostro organismo in riposo consuma circa 250 centimetri cubici di ossigeno al minuto che vengono forniti da una ventilazione polmonare di 8 litri al minuto. Correndo o camminando in salita il consumo di ossigeno sale a circa 2 litri e mezzo al minuto e per fornirlo la ventilazione polmonare deve salire a 60 litri Per questo, durante lo sforzo il respiro diviene più frequente e profondo.
Con l’energia prodotta in un ora dal cuore per contrarsi si potrebbe sollevare un quintale a 15 metri di altezza. Con il lavoro compiuto dal cuore durante 70 anni sarebbe possibile sollevare alcuni metri fuori dall’acqua una grande corazzata come la portaerei Enterprice. Non esiste nessuna pompa artificiale capace di produrre altrettanta energia.