Le abbuffate di cibo delle vacanze o anche solo le indulgenti trasgressioni si manifestano prepotentemente nelle nostre analisi del sangue o quando ci guardiamo allo specchio o..orrore! …quando ci pesiamo.
Con l’inizio del nuovo anno, la gran parte di noi esprime dei buoni propositi per i giorni a venire. Si tratta ormai quasi di una tradizione che ha anche delle radici storiche: sembra infatti che gli antichi romani dedicassero le proprie risoluzioni di buona condotta al dio Janus, il dio degli inizi, quello con due volti, ed alcuni fanno risalire a quel dio il nome del mese di Gennaio.
Quali sono i “buoni propositi” più comuni? Essi riguardano la salute e il denaro e questo non stupisce. I primi 5 secondo una ricerca scientifica recentemente condotta sono: la perdita di peso, aumentare i propri guadagni, fare esercizio fisico, trovare un nuovo lavoro, mangiare in maniera più salutare. Secondo la ricerca il 60% delle persone fa una dichiarazione di intenti in dicembre, approssimativamente il 40% vuole attivamente fare qualcosa in gennaio, le donne prevalgono, ma la differenza è piccola.
Se il nostro obiettivo è promuovere la riduzione del rischio cardiovascolare non possiamo non essere interessati ai buoni propositi che riguardano la salute e soprattutto essere di stimolo al raggiungimento degli obiettivi.
Ecco cosa ne pensano: John Norcross professore di psicologia Università di Scranton Pennsyilvania, autore di Changeology: 5 Steps to Realizing Your Goals and Resolutions, Pauline Wallin psicologa clinica, autrice di Taming Your Inner Brat: A Guide for Transforming Self- Defeating Behavior, Joseph R. Ferrari professore di psicologia, autore di Still Procrastinating? The No Regrets Guide to Getting it Done.
Alla domanda posta agli esperti: ”Per avere successo è meglio prendere un buon proposito per volta o affrontare diverse cose assieme?” Sembra che il giusto sia nel mezzo, come spesso accade. Secondo le indagini scientifiche si riesce meglio se si scelgono come obiettivi due modifiche del comportamento correlate tra loro, tipico esempio alimentazione ed esercizio fisico o sospensione del fumo e gestione dello stress.
Gli esperti suggeriscono quattro passi:
- sviluppare un preciso piano di azione;
- accettare fin dall’inizio che si possa riuscire nell’intento indipendentemente da un “occasionale scivolone” (gli esperti dicono che già alla fine di gennaio vi sono i primi fallimenti, ma, se li hanno valutati a priori, circa il 70% dei soggetti a sei mesi sono rafforzati nei loro intenti; alla fine di febbraio quando qualche defiance può essersi accumulata bisogna riconsolidare i buoni propositi);
- dichiarare pubblicamente le proprie intenzioni (gli amici, i gruppi di supporto, il proprio medico/nutrizionista aiutano);
- scegliere un obiettivo realistico (anche la maratona si corre dopo aver iniziato ad allenarsi per pochi minuti, bisogna iniziare a perdere qualche kg di peso e mantenere nel tempo il risultato..).
Gli esperti sottolineano che una motivazione “interna”: “voglio sentirmi meglio” è vincente rispetto a “voglio apparire in forma alla prossima riunione” e che bisogna fin dal principio avere un piano per reagire nei confronti del disagio: se le grandi mangiate favoriscono all’inizio un allontanamento dal cibo, dopo due settimane tutto sarà estremamente appetibile… e per valorizzare il beneficio a lungo termine rispetto alla gratificazione a breve… ”rimango a casa al calduccio davanti alla televisione o esco con il freddo per andare ad allenarmi?”
In nessuna indagine scientifica i buoni propositi di inizio anno sono risultati controproducenti. Il periodo è più favorevole poiché anche le campagne pubblicitarie cambiano bersaglio e vengono promossi incentivi sulla frequentazione di palestre o programmi dietetici ed in generale su come rimettersi in forma.
Infine una parola sui “procrastinatori cronici”. E’ stata condotta una ricerca scientifica che ha documentato una propensione tre volte maggiore ad ammalarsi di stroke o ischemia miocardica. A parte il dato ovvio relativo al “procrastinare” la riduzione del rischio cardiovascolare, sembra esistere una correlazione con la paura, lo stress e il disagio che caratterizzano queste persone quando mettono a fuoco che non hanno “ancora” fatto ciò che avrebbero dovuto.
Invitiamo tutti a non “procrastinare”..
Antonella Labellarte
Cardiologa
Ospedale S. Eugenio, Roma