I BAGNI DI SOLE FANNO BENE AL CUORE?
di Antonella Labellarte
03 Luglio 2010

L’articolo è comparso sul numero di maggio dello European Heart Journal, giornale della Società Europea di Cardiologia e si pone questo interrogativo: il sole fa bene al cuore?

Ai giorni nostri l’esposizione alla luce del sole viene decisamente “scoraggiata” per la consapevolezza che le radiazioni ultraviolette rappresentano un importante fattore predisponente allo sviluppo dei tumori della pelle, soprattutto negli individui a fototipo chiaro. D’altro canto l’irraggiamento solare ha sicuramente degli effetti benefici sulla salute, noti già da tempo: la vitamina D, importante nel metabolismo dell’osso, viene prodotta grazie alla fotolisi indotta nella pelle dalle radiazioni UVB, la melatonina viene prodotta in un’area centrale del cervello a partire dalla serotonina, nei periodi di oscurità, ed il suo rilascio è soppresso dalla percezione della luce del sole da parte di recettori presenti negli occhi. Va detto che il nostro grado di esposizione al sole è modificato da tanti fattori come, banalmente, l’utilizzo di abiti, occhiali da sole, creme protettive o le lunghe ore trascorse al chiuso con luce artificiale. E va ricordato che, d’altra parte, il genere umano si è evoluto trascorrendo almeno metà della giornata esposto alla luce del sole.

Il bilancio fra il rischio cancerogeno e il fabbisogno di vitamina D ha, per esempio, indotto a consigliare una moderata esposizione al sole con supplemento di vitamina D attraverso la dieta.

Ma, dicono gli autori, “quali altri benefici della luce del sole si perdono?”
La pelle in un individuo adulto copre in media una superficie di 2m² e, per estensione e peso, raggiunge la “dignità” di un organo: è nella pelle che è localizzata la riserva di ossido nitrico, sostanza che viene mobilizzata grazie all’esposizione alla luce del sole, e raggiunge la circolazione sistemica esercitando il suo effetto vasodilatatore sulle arterie coronarie e il suo effetto antipertensivo. L’ossido nitrico viene ora considerato un fattore chiave nella vasodilatazione. Ha una breve durata di vita in circolo, ma viene trasformato in una serie di derivati, nitrati e nitriti, presenti nel derma e nell’epidermide, anch’essi attivi nella dilatazione del sistema vascolare.

Sebbene non sia facile quantificare l’effetto di tutte queste sostanze è ben noto che:

  • La prevalenza dell’ipertensione correla direttamente con la latitudine, essendo più alta nelle popolazioni che vivono lontano dall’equatore.
  • La mortalità globale nel Regno Unito, ad esempio, la cui causa maggiore è la malattia ischemica del cuore, correla linearmente con la latitudine.
  • Il rischio di mortalità, seguendo i flussi migratori, cambia con quello del paese di destinazione.
  • Le variazioni stagionali nella durata delle ore di luce si accompagnano a variazioni stagionali della mortalità per malattie cardiovascolari e quella per ictus, infarto, angina instabile è maggiore nei mesi invernali, con un numero ridotto di ore di luce. Se a spiegazione è stato chiamato in causa lo stress indotto dalle basse temperature, va detto che ciò si verifica, ad esempio, anche in Paesi come il Kuwait, dove le temperature in inverno sono comunque molto più confortevoli.

Insomma, l’esposizione al sole indurrebbe la liberazione di sostanze benefiche ad azione vasodilatatrice e recentemente è stato anche dimostrato che l’irradiazione di individui sani con dosi rilevanti di raggi UVA ha prodotto un’importante riduzione dei valori di pressione arteriosa. E piccole variazioni dei valori di pressione arteriosa nella popolazione producono una significativa riduzione di mortalità per malattia cardiovascolare.
Ancora tutto da scoprire e quantificare, ma secondo gli autori un nuovo messaggio di salute pubblica si potrebbe diffondere: cauta esposizione al sole nell’infanzia, periodo in cui bruciature episodiche aumentano il rischio di melanoma, il più terribile dei tumori della pelle, ma progressiva esposizione al sole nei periodi più tardivi della vita per guadagnare i benefici effetti cardiovascolari.
Gli autori concludono: “Il futuro è brillante – lascia che i raggi del sole raggiungano il tuo cuore.”    


Fonte: Feelisch M, Kolb-Bachofen V, Liu D et al. Is sunlight good for our heart? European Heart Journal (2010) 31, 1041-1045

Antonella Labellarte
Cardiologa
Ospedale S. Eugenio, Roma