Gotta ed eventi cardiovascolari. Un’altra prova contro l’infiammazione?
di Filippo Stazi
18 Ottobre 2022

Uno studio recentemente pubblicato (1) suggerisce che le recidive di gotta sono associate ad un transitorio aumento del rischio di eventi cardiovascolari. Cipolletta e i suoi collaboratori, avvalendosi dei dati disponibili nel database longitudinale del Clinical Practice Research Datalink che coinvolge circa 15.000.000 di sudditi di re Carlo III, hanno condotto una case-control analysis e una self-controlled case studies analysis al fine di valutare tale ipotesi. Nell’analisi caso-controllo 10.475 pazienti con una nuova diagnosi di gotta ed un successivo evento cardiovascolare (infarto miocardico acuto o stroke, sia ischemico che emorragico) sono stati appaiati, per sesso, età e tempo dalla diagnosi, con 52.099 soggetti con una nuova diagnosi di gotta ma senza eventi cardiovascolari. Il rischio cardiovascolare conferito da una recidiva recente della patologia infiammatoria veniva valutato confrontando prestabiliti intervalli temporali prossimi alla recidiva con intervalli più remoti (> 180 giorni dalla ricaduta). I relativi odds ratio erano quindi calcolati e statisticamente aggiustati tenendo conto di massa corporea, tabagismo, consumo alcolico, status socioeconomico ed altri potenziali elementi confondenti. Il 44.9% di tutti i pazienti (con o senza eventi cardiovascolari) ha presentato una recidiva di gotta nel corso di un follow up medio di 5,3 anni. L’infarto ha costituito il 49,2% degli eventi cardiovascolari osservati contro il 50,8% dello stroke. I pazienti con eventi cardiovascolari avevano una significativamente aumentata probabilità (2%) di recidive gottose nei 60 giorni precedenti l’infarto o lo stroke rispetto ai soggetti senza eventi (1,4%, adjusted OR 1.93). I pazienti con eventi cardiovascolari avevano anche un’aumentata probabilità (1.6%) di recidive gottose nel periodo compreso tra 60 e 120 giorni prima dell’infarto o stroke rispetto ai soggetti senza eventi (1,2%, adjusted OR 1.57). La differenza si perdeva, invece, (1,4% vs 1,3%) nel periodo antecedente il centoventunesimo giorno prima dell’evento cardiovascolare. La self-controlled analysis, invece, includeva 1.421 pazienti con recidiva di gotta ed almeno un evento cardiovascolare ed era condotto nell’arco di un periodo di osservazione di 720 giorni. In questa analisi la recidiva infiammatoria era associata con un significativo aumento del numero di successivi eventi cardiovascolari: 2.49 per 1.000 persone/giorni nel periodo dal giorno 0 al giorno 60 post recidiva, 2.16 dal giorno 61 a quello 120 e 1,70 tra il giorno 121 e il giorno 180, a fronte di 1.32 dopo il centottantunesimo giorno o nei 150 giorni prima della recidiva.

L’analisi caso-controllo quindi mostra che i pazienti con eventi cardiovascolari hanno una maggiore probabilità di recidive di gotta nei 120 giorni precedenti l’evento, suggerendo così che queste siano associate con un transitorio aumentato rischio. D’altro canto l’analisi self-controlled evidenzia come le recidive infiammatorie siano relate con un significativo aumento del numero di successivi eventi cardiovascolari. Nel complesso, quindi, la consistenza dei risultati delle due analisi rafforza la validità dell’associazione temporale tra eventi cardiovascolari e recidiva della patologia gottosa, corroborando l’ipotesi che le malattie infiammatorie sistemiche possano facilitare l’infiammazione vascolare (2). I meccanismi sottesi all’associazione osservata vanno verosimilmente da ricercare nell’attivazione dell’inflammasoma NLRP-3, a sua volta responsabile di una risposta infiammatoria acuta ricca di neutrofili, che è un ben conosciuto meccanismo responsabile di instabilità e rottura di placca (3).

Lo studio si avvale come punto di forza dell’estrema numerosità del campione studiato ma d’altra parte presenta i limiti connessi con la sua natura retrospettiva e, inoltre, essendo di carattere osservazionale, non permette di affermare rapporti di causa ed effetto ma solo di associazione.

I dati dello studio che segnalano un aumento, sebbene limitato in valori assoluti, del rischio cardiovascolare dopo le recidive di gotta dovrebbero da un lato condurre ad una maggiore aggressività (dieta e terapia farmacologica) nella prevenzione di tali recidive e dall’altro consigliare una maggiore vigilanza dei pazienti che ne sono comunque affetti, specie se già con storia cardiovascolare precedente, i quali dovrebbero prestare particolare attenzione alla comparsa di sintomi sospetti al fine di assicurare la tempestività delle cure.

Bibliografia

  1. Cipolletta E, Tata LJ, Nakafero G et al. Association between gout flare and subsequent cardiovascular events among patients with gout. JAMA 2022; 328 (5): 440-450
  2. Libby P. Inflammation in atherosclerosis–no longer a theory. Clin Chem. 2021;67(1):131-142. doi: 10.1093/clinchem/hvaa275
  3. Buffon A, Biasucci LM, Liuzzo G et al. Widespread coronary inflammation in unstable angina. N Engl J Med 2002;347(1):5-12. doi:10.1056/NEJMoa012295