FORSE NON TUTTI SANNO CHE… LE AUTOMOBILI ELETTRICHE
di Antonella Labellarte
12 Giugno 2018

Stare al passo con i tempi richiede sempre grandi energie e bisogna di continuo affrontare nuovi problemi. Un gruppo di ricercatori ha voluto studiare la questione interferenze elettromagnetiche e “devices” cardiaci impiantati. Questione di non poco conto visto che il numero di portatori di pace-maker e defibrillatori cresce in maniera esponenziale e, con l’incremento dell’età media, è destinato ad aumentare ancora di più. Parimenti, il crescente interesse per le questioni ambientali spinge gli investimenti delle case automobilistiche nella progettazione di auto elettriche. In queste automobili è prevista la schermatura per la protezione dei computer di bordo, che dovrebbe, quindi, risultare protettiva anche per gli apparecchi elettronici impiantati.
Ciononostante, potrebbero essere una fonte di interferenze elettromagnetiche. Pertanto ci si chiede: “Corrono dei rischi i portatori di devices elettronici nell’utilizzo di automobili elettriche?” 

Un gruppo di ricercatori, primo autore Carsten Lennerz del German Heart Center della Technical University di Monaco, ha pubblicato nell’aprile scorso, uno studio sulla rivista Annals of Internal Medicine.

Lo studio è stato condotto su 108 pazienti portatori di apparecchi elettronici che hanno utilizzato uno tra i 4 modelli di automobili elettriche più diffuse in Europa: BMWi3, Nissan Leaf, Tesla Model S85 e Volkswagen e-up!. Le automobili ibride sono state escluse dallo studio. I pazienti erano portatori di 42 diversi devices e cateteri provenienti da sette case di produzione. Lo studio è stato diviso in tre parti: nella prima fase i partecipanti erano seduti in macchina mentre veniva effettuato un roller test in fabbrica che prevedeva la generazione del massimo campo elettromagnetico, con un protocollo predefinito di accelerazioni e frenate. Successivamente i pazienti hanno partecipato alla fase di carica delle automobili. Infine lo studio ha previsto la guida delle automobili su strade pubbliche. Due cardiologi in cieco hanno analizzato gli elettrocardiogrammi dei partecipanti mentre gli altri ricercatori misuravano il campo elettromagnetico fuori e dentro le automobili.

La maggiore potenza del campo elettromagnetico è stata registrata durante la fase di carica delle automobili ed il valore cresceva al crescere della corrente utilizzata. Non vi è stata alcuna evidenza di interferenza elettromagnetica sia che il paziente fosse portatore di pace-maker sia di defibrillatore. Non vi è stata differenza nella potenza elettromagnetica registrata nei sedili anteriori rispetto ai posteriori, né nella fase del roller test rispetto alla guida su strada.

Risultati molto tranquillizzanti anche se gli autori dello studio sottolineano la necessità di prudenza nel valutare la possibilità di eventi rari ed i rischi connessi alla fase di carica soprattutto associati alla nuova progettazione di auto con “supercharging technology”.

L’evoluzione dei nuovi devices ha fatto si che fossero, rispetto a quelli di prima generazione, meno suscettibili ad interferenze, ma la vita quotidiana espone i pazienti a numerose fonti che possono generare campi elettromagnetici, ai quali magari distrattamente si potrebbe non fare caso, come, solo ad esempio, i sistemi di antifurto e che invece richiedono tutta la nostra attenzione.

FONTI

Electric Cars Safe With Implantable Cardiac Devices, So Far – Medscape – May 01, 2018 Annals of Internal Medicine April 24, 2018

Antonella Labellarte
Cardiologa
Ospedale S. Eugenio, Roma