Il cuore e il cervello, da sempre difficile dire quello che conta di più. E quasi intuitivamente viene da affermare che ciò che è bene per l’uno è bene anche per l’altro, se non altro per quanto riguarda la salute.
Circa il 50% del declino cognitivo è correlato a patologie vascolari ed un qualche legame si ritiene sia esistente anche per le forme di demenza ad oggi ancora non collegate con certezza a vasculopatie.
Vi sono ora dei dati scientifici in più a conferma dell’evidenza che la salute del cuore è importante per la salute del cervello.
In un recente report pubblicato su JAMA relativo ai dati dello studio ARIC (Atherosclerosis Risk in Communities) è stata descritta la relazione esistente tra fattori di rischio cardiovascolareed il rilievo di depositi di amiloide nel cervello misurati con la PET. La valutazione è stata effettuata all’età media di 52 anni e 20 anni dopo è stata eseguita la PET. La presenza di un solo fattore – ipertensione, fumo di sigaretta, diabete, colesterolo elevato ed obesità – ha duplicato il rischio, con due o più fattori il rischio di depositi cerebrali di amiloide è risultato triplicato.
Anche l’attività fisica, da sempre nota per la capacità di ridurre il rischio cardiovascolare, è risultata rallentare il declino cognitivo in una metanalisi di 39 studi pubblicata sul British Journal of Sports Medicine. Riducono il declino cognitivo in questo lavoro l’attività aerobica, gli sport di resistenza ed il Tai-Chi. Vi sono poi altre evidenze che il camminare ed in particolare la camminata veloce sono fortemente correlati al mantenimento di buone capacità cognitive nell’avanzare dell’età.
E che dire della dieta? Vi sono crescenti evidenze che la dieta mediterranea rallenti il decadimento cognitivo. E’ quanto è testimoniato dai risultati del trial randomizzato PREDIMED condotto in Spagna che hanno documentato un rallentamento del declino cognitivo nei soggetti alimentati con la dieta mediterranea ed un supplemento di olio di oliva. In uno studio scozzese condotto in una coorte di pazienti, coloro i quali avevano seguito la dieta mediterranea presentavano una minor riduzione del volume cerebrale alla misurazione con risonanza magnetica.
Infine il sonno, il sonno che tanto ristora. Vi sono osservazioni che documentano che durante il sonno vi sono cambiamenti strutturali del cervello, compresa un’espansione dello spazio interstiziale e che vi possa essere una clearance dell’amiloide. Sappiamo d’altro canto che dormire un adeguato numero di ore è collegato ad un rischio ridotto di diabete, comparsa di insulino resistenza, obesità, malattie cardiovascolari e stress e depressione. Ognuno di questi costituisce un fattore di rischio per il decadimento cognitivo.
Globalmente, quindi, tutto va in un’unica direzione: ciò che fa bene al cuore fa bene al cuore fa bene anche al cervello e l’impegno deve essere costante da parte di tutti per preservare entrambi.
Fonti:
Gottesman R, Schneider AL, Zhou Y, et al. Association between midlife vascular risk factors and estimated brain amyloid deposition. JAMA. 2017;317:1443-1450. Abstract
Northey JM, Cherbuin N, Pumpa KL, Smee DJ, Rattray B. Exercise inter-ventions for cognitive function in adults older than 50: a systematic re-view with meta-analysis. Br J Sports Med. 2017 Apr 24.
Martinez-Lapiscina EH, Clavero P, Toledo E, et al. Mediterranean diet improves cognition: the PREDIMED-NAVARRA randomized trial. J Neurol Neurosurg Psych. 2013;84:1318-1325.
Luciano M, Corley J, Cox SR, et al. Mediterranean-type diet and brain structural change from 73 to 76 years in a Scottish cohort. Neurology. 2017;88:449-455. Abstract
Xie L, Kang H, Xu Q, et al. Sleep drives metabolite clearance from the adult brain. Science. 2013;342:373-377. Abstract
Antonella Labellarte
Cardiologa
Ospedale S. Eugenio, Roma