Le donne con cancro al seno e sottoposte a chemioterapia (CHT) con antracicline sono considerate una categoria a rischio per lo sviluppo di cardiotossicità e disfunzione ventricolare. Considerato l’elevato numero di “survivors” che è fortunatamente in aumento, grazie allo sviluppo delle nuove terapie oncologiche, il tema della cardiotossicità ha acquisito un ruolo centrale nel mondo della cardioncologia. Diversi studi hanno elaborato protocolli e promosso trattamenti farmacologici in grado di “proteggere il muscolo cardiaco” e tutelarlo dalla tossicità farmacologica.
Contrariamente alle prime osservazioni, i ricercatori dello studio PRADA (1) non hanno dimostrato un ’effetto protettivo da parte del candesartan nell’attenuare il progressivo declino della frazione d’eiezione.
Sono stati presentati all’ACC 2021 ( e contemporaneamente pubblicati su Circulation (2)) , i risultati a due anni dello studio PRADA; Prevention of Cardiac Dysfunction During Adjuvant Breast Cancer Therapy (PRADA). Il trial randomizzato controllato, in doppio cieco ha arruolato 120 pazienti con tumore al seno in stadio precoce, trattati con chemioterapici a base di antracicline. I pazienti sono stati suddivisi in 4 gruppi di trattamento, seguendo uno schema di randomizzazione 1:1:1:1. La pazienti erano candidate a ricevere: candesartan cilexetil (32 mg), metoprololo succinato (100 mg), una combinazione dei due farmaci, o placebo.
Endpoint primario dello studio è stato il cambiamento della funzione sistolica globale del ventricolo sinistro valutata alla risonanza magnetica, all’inizio del trattamento ed al follow up a 2 anni. Come outcome secondari sono stati valutati ulteriori indici di danno miocardico: variazioni dei livelli ematici di troponina circolante, variazione dei volumi telediastolico e telesistolico; variazioni del global longitudinal strain (GLS).
Dopo la randomizzazione è stato registrato un minimo decremento della funzione sistolica che non ha dimostrato differenze significative nei diversi gruppi. La riduzione della funzione sistolica è stata rispettivamente del 1.7% e 1.8% nei pazienti che assumevano o non assumevano il candesartan e 1.6% vs 1.9% nei pazienti che assumevano o non assumevano il metoprololo.
Il trattamento con Candesartan associato a chemioterapia adiuvante si è associato al raggiungimento di end-point secondari. Ha infatti determinato una significativa riduzione dei volumi telediastolici rispetto al gruppo placebo (P=0.021) ed ha attenuato in modo significativo il declino del global longitudinal strain (P=0.046). Non sono emerse differenze nei diversi gruppi di trattamento per quanto riguarda le variazioni dei livelli di troponina circolanti.
I risultati di questo importante studio, non confermano un reale beneficio dei farmaci cardioprotettivi nelle donne sottoposte a chemioterapia neoadiuvante per tumore al seno. In assenza di condizioni sottostanti che richiedano un trattamento specifico (es ipertensione arteriosa o altri fdr cardiovascolari), l’utilizzo di molecole come il candesartan o il metoprololo succinato non è risultato infatti superiore al placebo nel ridurre lo scompenso cardiaco legato alla cardiotossicità.
Questi dati in parte aprono la strada alla ricerca di nuove strategie per prevenire il danno da tossicità farmacologica. Serviranno probabilmente percorsi di medicina di precisione, per individuare i pazienti a rischio di sviluppare scompenso cardiaco ed indirizzarli a terapie cardiospecifiche.
REFERENCES:
- Gulati G, Heck SL, Ree AH, et al. Prevention of cardiac dysfunction during adjuvant breast cancer therapy (PRADA): a 2 × 2 factorial, randomized, placebo-controlled, double-blind clinical trial of candesartan and metoprolol. Eur Heart J 2016;37:1671-80.
- Omland T, Heck S, Mecinaj A, et al. Prevention of Cardiac Dysfunction During Adjuvant Breast Cancer Therapy (PRADA): Long-Term Follow-Up of a 2 x 2 Factorial, Randomized, Placebo-Controlled, Double-Blind Clinical Trial of Candesartan and Metoprolol. Circulation 2021;May 16:[Epub ahead of print].