CARDIOLOGIA: ALCUNE TOP STORIES DEL 2014. TECNICHE DI MONITORAGGIO
di Antonella Labellarte
24 Dicembre 2014

Il Loop Recorder è un dispositivo che si impianta sottocute nel torace dei pazienti con un intervento chirurgico minimamente invasivo e permette la registrazione dell’elettrocardiogramma in continuo per un periodo di tempo prolungato. Viene utilizzato di frequente per evidenziare cosa accade al battito cardiaco e spiegare l’origine di  una sincope – perdita di coscienza – e comunque è in grado di registrare qualsiasi aritmia cardiaca.

Nel 2014 sul New England Medical Journal sono stati pubblicati due trial interessanti sull’utilità di un monitoraggio estensivo. Nel CRYSTAL AF trial il Loop Recorder è risultato sei volte più efficace di un monitoraggio convenzionale nel rilevare la presenza di fibrillazione atriale in pazienti che erano stati colpiti da ictus ischemico. La maggioranza degli episodi di FA erano asintomatici. Nello stesso numero della rivista è stato pubblicato anche il trial EMBRACE che ha confermato il valore di un monitoraggio estensivo nei pazienti con ischemia cerebrale transitoria e in quelli con stroke criptogenetico. I ricercatori canadesi hanno rilevato la presenza di FA in un paziente su sei con l’aiuto di un monitoraggio ambulatoriale della durata di 30 giorni. Documentare la presenza di episodi di fibrillazione atriale ha, come si sa, notevoli implicazioni terapeutiche poiché comporta l’inizio di una terapia anticoagulante orale.

Nel 2014 è stato presentato un Loop Recorder di nuova generazione, un dispositivo più piccolo, le cui dimensioni sono paragonabili a quelle di una pila stilo mini, con tecnologia wireless e che può essere inserito sottocute in un paziente non sedato in circa 1 minuto e mezzo. I dati vengono inviati in remoto e possono essere analizzati dal cardiologo. E’ intuitivo di quanto potranno beneficiare i pazienti di questo progresso tecnologico.

Fonti:
Gladstone DJ, Spring M, Dorian P et al. ,Atrial Fibrillation in Patients with Cryptogenic Stroke. N Engl J Med 2014; 370:2467-2477
Sanna T, Diener HC, Passman RS et al. ,Cryptogenic Stroke and Underlying Atrial Fibrillation. N Engl J Med 2014; 370:2478-2486

Sono arrivate buone notizie da due studi che hanno valutato l’utilizzo dei nuovi farmacianticoagulanti orali prima e dopo una procedura di cardioversione. Nell X-VeRT trial non sono state rilevate differenze nell’end point composito nei due gruppi di pazienti inviati a cardioversione precoce o tardiva (rivaroxaban versus antagonisti della vitamina K). In ciascuno dei due gruppi due pazienti hanno avuto uno stroke post procedura.

Un sottostudio dell’ ARISTOTLE trial ha confermato la possibilità e sicurezza di utilizzo dei nuovi anticoagulanti nelle procedure di cardioversione: nelle 743 cardioversioni effettuate, 265 nei pazienti assegnati ad apixaban e 275 nei pazienti assegnati a warfarin, non sono stati registrati stroke.

Fonti:
Cappato R, Ezekowitz MD, Klein AL et al. Rivaroxaban vs. vitamin K antagonists for cardioversion in atrial fibrillation Eur Heart J 2014
Flaker G, Lopes RD, Al Khatib SM et al. Efficay and safety of apixaban in patients after cardioversion for atrial fibrillation: insights fronm the ARISTOTLE Trial (Apixaban for Reduction in Stroke and Other Thromboembolic Events in atrial Fibrillation) J Am Coll. Cardiol 2014;63:1082-87

Antonella Labellarte
Cardiologa
Ospedale S. Eugenio, Roma