Fattori di rischio
Tre caposaldi
Redatto dal Comitato Scientifico del C.L.I.
- Una vita ben equilibrata sia sul piano fisico sia su quello psichico. L’attività fisica è indispensabile: i valori pressori sono mediamente più elevati nei lavoratori sedentari rispetto a quelli che praticano moto o fatiche, nei soggetti che non praticano alcun sport rispetto agli sportivi, negli abitanti delle città rispetto ai contadini.
L’industrializzazione favorisce l’aumento della pressione arteriosa e l’incidenza dell’ipertensione.
Al contrario l’esercizio fisico tende a favorire l’abbassamento della pressione. Questo deve essere il più regolare possibile e richiede un minimo di allenamento al fine di migliorare la tolleranza allo sforzo e di evitare fatiche che, al contrario, potrebbero non essere benefiche per l’iperteso. Anche se gli stress psichici, da soli, non sono causa di ipertensione, possono tuttavia aggravare la malattia una volta instaurata.
Per l’iperteso è raccomandabile una vita calma, il più possibile al riparo dagli stress psico-affettivi, specialmente da quelli che possono ingenerare collera con aumento dell’increzione di catecolamine, adrenalina e noradernalina che possono provocare bruschi rialzi pressori.
Non è sempre facile seguire queste raccomandazioni, per cui, nell’eventualità che possano risultare utili, si può far ricorso a blandi tranquillanti o ansiolitici i quali, a differenza di quanto molti ritengono, non fanno scendere la pressione, ma giovano negli stati di tensione psichica e nell’evitare accessi di collera.
Sono importanti anche le condizioni psicologiche dell’iperteso largamente influenzate dalle condizioni socio professionali. Questo spiega perché quasi sempre l’ipertensione migliora in ospedale, quando l’iperteso è sottratto ai condizionamenti ambientali occasionali o permanenti. - Raccomandazioni particolari.
È prudente che l’iperteso eviti le prolungate esposizioni al sole, i bagni troppo freddi, le ascensioni ad alta quota. Sono invece consentiti i viaggi in aereo e la guida dell’automobile. - Non deve essere dimenticato il ruolo del tabacco, della liquirizia e degli estrogeni.
Non esiste una diretta relazione fra pressione arteriosa e consumo di tabacco, ma si
sa che l’abuso di sigarette, al pari dell’ipertensione, favorisce l’aterosclerosi. È poco
opportuno pertanto aggiungere un altro fattore di rischio ad una malattia che già da sola espone?
Metà degli ipertesi muore per aterosclerosi coronarica. L’iperteso che seguita a fumare corre maggiori rischi di incidente cardiovascolare e riduce sensibilmente la sua «speranza di vita».
Il ruolo del caffè è assai discutibile e si devono sconsigliare solo le quantità eccessive.
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